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Il Portone del Diavolo a Torino

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A Torino in via XX Settembre c’è un’imponente palazzo, che attualmente ospita la Banca Nazionale del Lavoro, conosciuto come “Il palazzo del Diavolo”. Questo soprannome è dovuto alla nomea del suo portone che è conosciuto come il Portone del Diavolo.

Se qualcuno si trovasse a Torino e volesse andare a vedere il “Portone del Diavolo” basta che parta da Piazza San Carlo, giri a sinistra in via Alfieri e un isolato dopo si troverà all’angolo con via XX Settembre.

Origini storiche del portone del Diavolo

Il palazzo venne costruito da Amedeo di Castellamonte per Giovanni Battista Trucchi di Levigaldi, Conte e Generale delle finanze di Carlo Emanuele II. Il portone, invece, fu commissionato dallo stesso Conte trucchi e venne realizzato a Parigi da Pietro Danesi nel 1675.

Il portone deve il suo inquietante nome dal batacchio di bronzo che rappresenta Satana con le corna e la bocca spalancata con all’interno due serpenti.

Origini esoteriche

Secondo la credenza popolare il Portone del Diavolo sarebbe apparso in una notte in cui uno stregone praticando le arti magiche invocò Satana. Questi, infastidito dalla chiamata, lo imprigionò per l’eternità dentro al portone.

Probabilmente il popolo ha soprannominato la costruzione “Casa e/o palazzo del Diavolo” per gli inquietanti fatti che si sono svolti al suo interno.

La leggenda del maggiore Melchiorre Du Perrill

Si narra che nell’800, durante l’occupazione francese, il maggiore Melchiorre Du Perril prima di partire per consegnare dei documenti segreti e importanti, si sia fermato nel palazzo per consumare un pasto veloce ma che non ne uscì mai più.

Si racconta che vent’anni dopo durante dei lavori di ristrutturazione degli operai dopo aver abbattuto un muro trovarono uno scheletro, forse era lo scomparso maggiore Du Perril?

La leggenda della ballerina

Nel 1790 il palazzo apparteneva a Marianna Carolina di Savoia e si narra che durante una festa di carnevale una danzatrice venne pugnalata a morte. Né il suo assassino né l’arma del delitto vennero mai ritrovati.

Quella stessa notte su Torino si scatenò una violenta tempesta con pioggia, lampi accecanti e tuoni così forti e assordanti da rompere i vetri. Un vento freddo soffiò dentro al palazzo facendo fuggire gli ospiti dallo spavento.

In una versione della leggenda si narra che poco tempo dopo, all’interno del palazzo, sia stato avvistato un fantasma di una giovane che si aggirava per le stanze, in un’altra invece si dice che il giorno dopo l’assassinio sia apparso un quadro che raffigurava la giovane ballare sulle fiamme dell’inferno.

La fabbrica dei tarocchi

Si racconta che nel 1600 il palazzo fosse la sede di una fabbrica di tarocchi e questo secondo gli esoteristi è un’ulteriore conferma che la magia nera è legata all’edificio. Infatti la carta dei tarocchi associata al Diavolo è la numero 15, che all’epoca era anche il numero civico.

Comunque, casualità o meno, l’autobus che passa da quelle parti è proprio il numero 15.

Ovviamente qualcuno più realisticamente afferma che il soprannome “Casa del Diavolo” sia dovuto al fatto che il palazzo fosse la dimora del Ministro delle Finanze, ma è risaputo che in ogni leggenda alla fine c’è sempre un fondo di verità.

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