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Jarno Elg, il satanista cannibale: un caso ancora “top secret”

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La cronaca nera, specie quella più macabra e pruriginosa, ha nell’abbondanza di particolari un elemento essenziale e portante. Vitale, potremmo dire. Nel bene e nel male. Particolari biografici di carnefici e vittime, minuzie investigative, testimonianze più o meno attendibili che, ad ogni modo, arricchiscono l’humus sul quale e nel quale si sviluppa una data vicenda di cronaca nera. Dettagli – reali o frutto di infondati pettegolezzi, come sovente ed inevitabilmente accade in tali situazioni – utili, invero, a comprendere appieno la natura, la cornice e le dinamiche, anche le più apparentemente insignificanti, di qualsivoglia fatto di sangue. Vicende che, evidentemente, si nutrono degli stessi particolari da esse stesse prodotte, in un circolo vizioso all’interno del quale la storia si accresce senza soluzione di continuità sino – ma non sempre – a dipanarsi. Un calderone di notizie ed informazioni mai domo e sazio. Come da copione.

La vicenda che andremo ad illustrare, tuttavia, si discosta da questo canovaccio. Eppure, la seguente storia avrebbe tutti gli ingredienti per diventare, definitivamente e compiutamente, una importante pagina di cronaca nera: cannibalismo, necrofilia, rituali satanici, Black Metal, la Finlandia a far da sfondo.

Il tribunale di Hyvinkää e la Corte d’Appello di Helsinki hanno, infatti, secretato i dettagli più macabri del caso in questione, nonché deciso di non divulgare numerosi particolari inerenti i protagonisti di questo fatto di sangue. 40 anni di silenzio: così è stato stabilito dagli organi giuridici del Paese del Nord Europa.

Jarno Elg, il cannibale di Hyvinkää

Il protagonista della vicenda di cronaca in parte secretata si chiama Jarno Sebastian Elg. Di questo ragazzo finlandese non sappiamo molto. Anzi, in tutta onestà, di Jarno Elg non si hanno informazioni. Conosciamo solo il suo anno di nascita, il 1975, e la sua passione per il Black Metal. Secondo alcune fonti, sin da bambino è attratto in modo morboso dalla violenza: tortura ed uccide animali. Preludi a quanto accadrà il 21 novembre 1998.

Il 21 novembre 1998 è una data significativa per la Finlandia. Si consuma, in questo giorno, il fatto di sangue che più ha sconvolto l’opinione pubblica di questo Paese.

Jarno Sebastian Elg si trova in casa di un giovane ventitreenne. Il nome della vittima ed il suo ruolo nella vita del proprio carnefice non sono mai stati resi pubblici dalle autorità finniche.

Jarno, dapprima, strangola il ragazzo sino a provocarne la morte. Sembra che la vittima abbia subito anche torture e atti osceni precedenti allo strangolamento, sceneggiatura di un tanto sedicente quanto perverso rituale sadomasochista. Fonti riportano che Jarno e gli altri tre ragazzi in sua compagnia abbiano avvolto la testa della vittima con del nastro adesivo (il ragazzo ha cercato di fuggire e liberarsi dai suoi aguzzini), urinato sul corpo, quindi lo abbiano ripetutamente trafitto con un paio di forbici.

Non è solo, Jarno. Ad affiancarlo,  in questo macabro rituale, vi sono Terhi Johanna Tervashonka, 17 anni di Järvenpää, Mika Kristian Riska, 20 anni (altre fonti indicano 21) di Mäntsälä ed un sedicenne (di cui non è stato reso noto il nome) proveniente da Kerava.

Gli assassini, infine, infieriscono sul cadavere del ventitreenne: si parla di mutilazione degli organi genitali e di estrazione degli organi interni.

Quindi, sezionato il cadavere in bagno, Jarno inizia a mangiarne le carni. Successivamente, le varie parti del corpo ormai smembrato vengono messe all’interno di sacchetti di plastica, gettati, poi, nella spazzatura. A far partire le indagini vi è, infatti, il ritrovamento di parti umane in una discarica.

Il gruppo capitanato da Jarno Sebastian Elg celebra, con le parti del corpo del giovane ventitreenne dapprima torturato e infine ucciso, improvvisati rituali satanici. Cannibalismo e necrofilia.

Non è chiaro se Jarno costringa gli altri giovani a partecipare al rituale o se questi ultimi decidano volontariamente di aderire alla tetra liturgia. A far da sottofondo al crimine, i brani dell’album “The Cainian Chronicle” (1996), secondo lavoro in studio del gruppo Melodic Black Metal norvegese Ancient. “Ponderous Moonlighting”, “The Cainian Chronicle Part I: The Curse”, “The Cainian Chronicle Part II: Lilith’s Embrace”, “The Cainian Chronicle Part III & IV: Disciplines of Caine / Zillah and the Crone”, “At the Infernal Portal (Canto III)”, “Cry of Mariamne”, “Prophecy of Gehenna”, “Song of Kaiaphas”, “Exu”, “The Pagan Cycle”, “Homage to Pan” i titoli dei brani di questo seducente, sontuoso album della band formatasi a Bergen nel 1992.

Tutto, in questa vicenda, è avvolto da una spessa, impenetrabile coltre di mistero. Un muro di riserbo e di estrema riservatezza che sfocia in vergogna, omertà, ritrosia. Anche le stesse indagini, circa la raccolta di indizi e la conseguente cattura del gruppo, palesano profonde omissioni.

L’arresto

Fatto è che il gruppo viene arrestato e processato. Le pene e le successive decisioni, in pieno stile scandinavo e nordeuropeo, si rivelano una farsa. Jarno Sebastian Elg è condannato all’ergastolo ma, nel dicembre 2014, gli viene concessa la liberazione condizionale in regime di libertà vigilata.

Terhi Johanna Tervashonka viene condannata ad otto anni e sei mesi di prigione (altre fonti indicano solo 2 anni e 6 mesi). Perizie psichiatriche, tuttavia, stabiliranno una parziale infermità mentale della ragazza: nel 2003 viene scarcerata. Nel 2007, però, ricade nei tentacoli della giustizia. È accusata dell’assassinio di un uomo mediante l’uso di una roncola. 10 anni di detenzione. Nei primi Anni 2000 rilascia una intervista in cui afferma che non si è trattato di un omicidio. La ragazza, infatti, sostiene che la vittima sia morta per soffocamento, ma involontario, accidentale: lei, Jarno e gli altri ragazzi erano ubriachi e avevano messo a tacere il ragazzo (apparentemente appartenente alla loro comitiva) con del nastro adesivo, non immaginando che sarebbe morto soffocato. Nel tentativo di nascondere il corpo, hanno sezionato il cadavere. Esclude, infine, la componente satanica-rituale legata all’adorazione di Satana. Una versione dei fatti che, invero, risulta tutt’altro che convincente.

Mika Kristian Riska è condannato a due anni e otto mesi di reclusione per aggressione e profanazione di tomba. Il quarto complice, l’ignoto ragazzo di 16 anni, viene assolto: la giustizia ha ritenuto che egli sia stato costretto ad assistere al rituale contro la sua volontà.

Una insopportabile censura

Censura. È il termine che meglio qualifica il comportamento messo in opera dalle autorità giudiziarie finlandesi. Una mossa detestabile che uccide – è proprio il caso di dire – il diritto di informazione ed una corretta informazione attorno ad una pagina di cronaca pregna di elementi di dibattito e di studio. Insabbiare un fatto di cronaca nera a scopo preventivo: si è cercato, dunque, di tarpare le ali ad eventuali atti di emulazione togliendo visibilità ad una vicenda intrisa di Satanismo acido e Black Metal, “spauracchi” – veri o presunti – contro i quali i Paesi del Nord Europa si scontrano da decenni. Nascondere la polvere sotto al tappeto, insomma.

Un fatto è certo: non è secretando ed insabbiando un caso di cronaca nera che si argina il fenomeno dell’Acidismo, vale a dire omicidi e macabri rituali in nome di un confuso Satanismo che fa rima con mera delinquenza e perversione criminale.

Il caso di cannibalismo legato a Jarno Sebastian Elg meriterebbe, al contrario, una attenzione ed una dovizia di particolari ben maggiori. La vicenda criminale e psicologica di Jarno Elg è ancora tutt’altro che a fuoco, eccezion fatta per coloro i quali sono rimasti coinvolti in questo fatto di sangue. 40 anni di forzoso silenzio prima che – speriamo – le autorità finlandesi facciano cadere il velo di omertà che circonda questo interessante capitolo di cronaca nera. 40 anni che alimenteranno domande e misteri.

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