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Anders Breivik: uccide 77 persone liberare l’Europa dagli immigrati

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Anders Behring Breivik è stato l’artefice degli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia. Ha portato a termine due attentati uccidendo 77 persone in totale e ferendone un centinaio.

L’attentato con più vittime è stato quello sull’isola di Utoya dove Anders ha sparato a 68 persone.

L’attentatore, nel suo manifesto, ha esposto le sue vedute islamofobe e l’attentato è stato organizzato sull’isola di Utoya perchè ospitava un campo estivo per ragazzi e adolescenti interessati al partito laburista, responsabile di avere promosso i diritti delle donne, il multiculturalismo e l’apertura all’Islam.

Gli attentati

Anders ha ucciso 77 persone in due diversi attacchi, avvenuti entrambi il 22 luglio 2011. Il primo è stato causato da un’autobomba piazzata di fronte al palazzo ospitante il Primo Ministro norvegese. Morirono 8 persone e 200 furono ferite.

Il secondo attacco invece è costato la vita a 68 persone che si trovavano in un campo estivo sull’Isola di Utoya.

L’attentato di Utoya

Strage di Utoya

Circa un’ora e mezza dopo l’esplosione Anders, vestito da poliziotto, si è recato sull’isola e ha parlato con la responsabile del campo estivo, dicendole che stava effettuando un controllo a causa dell’esplosione avvenuta poco prima.

La responsabile lo asseconda, ma sospetta qualcosa e riesce a chiamare la guardia di sicurezza dell’Isola prima che Anders la uccida con un colpo di pistola.

L’uomo ha poi chiamato a raccolta le persone presenti nei dintorni, ha estratto le armi da una borsa e ha cominciato a fare fuoco indistintamente  sulla folla.

Il racconto dei superstiti è agghiacciante: una ragazza racconta che alcuni hanno tentato di fuggire a nuoto, ma Anders sparava loro dalla riva.

Alcuni avevano invece finto di essere morti, ma Anders era tornato indietro per sparare una seconda volta ai corpi a terra.

Un ragazzino di 11 anni si è salvato perchè dopo avere perso il padre ha affrontato il killer gridandogli:

Sono troppo giovane per morire!

Un’ora e mezza dopo l’inizio del massacro, una task force è arrivata sull’isola e Anders si è arreso.

Il processo  

Anders Breivik

Anders è stato sottoposto a perizia psichiatrica, risultando infermo di mente. Una seconda perizia ha invece evidenziato che l’uomo era perfettamente capace di intendere e di volere ed è stato condannato a 21 anni di prigione (il massimo nell’ordinamento penale norvegese) con possibilità di aggiungere ripetutamente 5 anni alla fine della pena. Questo è l’unico modo di assicurare il carcere a vita in Norvegia.

Il mese scorso Anders ha accusato la prigione di tenerlo in condizioni inumane perchè in isolamento, nonostante in Norvegia si compensi all’isolamento con molti comfort. Anders ha infatti a disposizione un “trilocale” (tre celle) con una palestra e una xbox.

Tuttavia ha chiesto udienza lamentandosi, fra le altre cose, del fatto che la sua cella non ha una vista, che non gli vengono dati dolci, e che a volte è perquisito da un ufficiale donna.

Il 20 aprile 2016 le sue lamentele sono state accolte con un verdetto che afferma che le sue condizioni di detenzione hanno violato alcuni punti dell’articolo 3 della Convenzione dei Diritti Umani. Il governo norvegese ha però chiesto un appello.

Motivi dell’attacco

2083 Breivik

Per capire le ragioni del suo attacco, possiamo fare riferimento al suo manifesto chiamato “2083: una dichiarazione d’indipendenza Europea”.

Andres lo aveva distribuito via e-mail a 1003 contatti circa 90 minuti prima dello scoppio dell’autobomba.

Il documento, nelle sue 1518 pagine, descrive 2 anni di preparazione di un attacco progettato proprio per il 2011.

Scrive anche di volere che le politiche europee sul multiculturalismo fossero più simili a quelle di Corea del Sud e Giappone. Di quest’ultimo ammira il monoculturalismo (in contrapposizione al multiculturalismo).

Afferma inoltre che l’Unione Europea altro non è che un progetto per creare l’Eurabia.

Nonostate sia stato definito un fondamentalista cristiano e un terrorista cristiano, la sua religione è l’Odinismo (Etenismo), anche se nel suo manifesto dice di non essere eccessivamente religioso.

Dopo il suo arresto alcuni analisti l’hanno definito un estremista di destra con una visione anti-islamica e con un odio verso l’Islam.

Anders si considerava inoltre un guerriero deciso a fermare l’immigrazione di musulmani in Europa.

O forse c’entrano qualcosa il suo rapporto di amore-odio con la madre, che da piccolo lo picchiava, e l’abbandono del padre?

Per quanto drastiche siano state le sue misure, si può dire che le sue paure siano diventate comunque realtà, dato che stiamo vivendo una (quasi) invasione di immigrati, non solo musulmani.

Sicuramente dal 2011 la situazione sotto questo punto di vista è peggiorata; che Anders avesse ragione? L’Unione Europea è davvero un progetto per creare l’Eurabia?

Forse. Ma le paure e le vedute politiche di un uomo, valgono la vita di 77 persone?

A voi la parola.

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