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La tortura del toro di Falaride

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La tortura del toro di Falaride, o toro di bronzo, è stata inventata da Perillo di Atene che la propose a Falaride, tiranno di Agrigento, come nuovo metodo di tortura e di esecuzione.

Funzionamento del toro di Falaride

La struttura era una statua di bronzo rappresentante un toro a dimensione naturale. L’interno però era cavo, e su un fianco era presente una porticina attraverso la quale si faceva entrare il condannato. Lo si metteva in posizione supina e, date le dimensioni della statua, non disponeva di molto spazio per potersi muovere. Così, una volta sistemato il prigioniero, si procedeva a chiudere lo sportello e ad accendere un fuoco proprio sotto la pancia del toro di bronzo, fino a renderlo incandescente.

In questo modo la vittima all’interno veniva arrostita lentamente, morendo fra atroci dolori.

Anche se la morte avveniva poi per l’inalazione dei fumi sprigionati, durante i primi minuti il condannato soffriva di severe ustioni, lanciando urla strazianti; il toro però non era stato disegnato solo come metodo di tortura, ma anche come diletto per il tiranno e quindi delle urla sarebbero state poco decorose.

Perillo dunque aveva pensato bene di dotare la testa del toro con un sistema di tubi interno che trasformava le urla dei poveri disgraziati in suoni simili al muggito di un toro.

Inoltre, all’interno erano presenti spezie e oli profumati per mascherare l’odore di carne umana bruciata.
Si dice che una volta terminato il supplizio, le ossa carbonizzate sembravano brillare come gioielli e con esse venivano fabbricati bracciali.

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La fine dell’inventore del toro di bronzo

Statua di Moloch
Il tiranno di Agrigento fu molto compiaciuto di questo nuovo metodo di esecuzione e volle testarlo subito. Voleva sentire se davvero le urla sarebbero state somiglianti a dei muggiti e

ordinò allo stesso Perillo di entrare nella sua creazione per testarla. Il fonditore di bronzo entrò, fiducioso della sua invenzione, ma non appena si sistemò all’interno, Falaride ordinò di chiudere la porticina e di accendere il fuoco sotto al toro.

Perillo urlava disperato e Falaride notò compiaciuto che le sue urla suonavano come muggiti. Lo fece quindi uscire prima che morisse, ma si racconta che lo fece gettare da una rupe.

Questo metodo di tortura è stato usato non solo nell’antica Grecia, ma anche dai Romani come metodo di esecuzione per ebrei e cristiani.

Si pensa che l’idea per questo toro di bronzo sarebbe da ricercare in una statua Cartaginese, quella della divinità Moloch rappresentata con testa di vitello, nella quale si sacrificavano bambini mettendoli nelle mani della statua e facendoli poi scivolare nella fornace di bronzo sottostante.

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