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Marchiatura a fuoco

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La marchiatura a fuoco

La marchiatura a fuoco è un processo tramite il quale un marchio o un simbolo viene impresso nella pelle con un ferro rovente.

Oggigiorno è usata per marchiare il bestiame, ma nell’antichità è stata usata per marchiare schiavi o criminali o per infliggere tortura.

Questo procedimento trae origine dai popoli antichi che usavano marchiare a fuoco gli schiavi perchè considerati come oggetti o animali. Nell’antica Roma gli schiavi che fuggivano venivano marchiati con le lettere FGV che stavano a significare fugitivus.

La marchiatura a fuoco come punizione

h019Durante la storia la marchiatura è stata usata come tortura, ad esempio durante l’Inquisizione dove ferri roventi venivano applicati sull’accusato di stregoneria col fine di farlo confessare.

Un altro esempio è l’ordalia del fuoco: la presunta strega doveva compiere un percorso prestabilito con un cilindro di ferro arroventato in mano. Il cilindro aveva un peso variabile ma partiva da mezzo chilo per le accuse minori.

Se l’imputato finiva il percorso senza riportare conseguenze alla mano, allora significava che era innocente e Dio l’aveva salvato altrimenti sarebbe stato condannato per stregoneria.

Nella storia sono stati marchiati a fuoco anche i criminali perchè, oltre alla tortura dei ferri roventi sul corpo, avrebbero portato per sempre il segno del crimine commesso.

E’ curioso notare poi come durante l’Impero Romano i primi cristiani venissero torturati con ferri roventi sul viso a causa del loro credo e di come poi, nel XVI secolo in Germania, coloro che non erano cristiani venissero marchiati a fuoco con una croce in fronte.

I puritani nordamericani del XVII secolo invece usavano marchiare a fuoco sul petto delle lettere per ogni crimine, ad esempio: A per adulterio, D per ubriachezza e B per blasfemia.

Durante le guerre invece venivano marchiati a fuoco i disertori.

In Russia la marchiatura a fuoco dei criminali venne utilizzata fino al XIX secolo e venne
finalmente abolita solo nel 1863

La marchiatura degli schiavi in America


Gli schiavi portati dall’Africa all’America erano considerati come oggetti o animali e i loro padroni avevano diritto a marchiarli proprio come avrebbero fatto con del bestiame.

Spesso gli schiavi venivano marchiati più volte: una volta alla cattura con il marchio della corona della nazione di chi li catturava, poi con quello del loro padrone (e di altri padroni se venivano venduti più volte) e poi di nuovo quando venivano battezzati.

Oltre alla marchiatura a fuoco potevano venire ustionati come punizione di solito sui palmi delle mani, sulle spalle, sulle natiche o sulle guance.

L’uso della marchiatura oggi

Oggi la marchiatura a fuoco è generalmente volontaria ed è usata come rito di iniziazione, ad esempio nelle confraternite universitarie americane; come simbolo di appartenenza, ad esempio nelle gang o nel crimine organizzato; come decorazione al posto del tatuaggio.

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