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Donato Bilancia, il serial killer italiano con più vittime

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Donato Bilancia è il serial killer italiano con più vittime. Bilancia è un killer atipico per una serie di ragioni che spiegherò più avanti e le sue vittime sono state amici, prostitute, metronotte e cambiavalute.

Donato Bilancia, un killer atipico

Bilancia mostra sicuramente alcuni dei tratti tipici dei serial killer:

  • Prima fra tutte l’infanzia difficile, segnata da alcune umiliazioni subite, dal fatto di bagnare il letto per molto tempo e dalla criminalità giovanile.
  • L’assenza di empatia per il dolore e la sofferenza che provano le sue vittime
  • E’ un killer lucido e spietato. Quando sente il bisogno di uccidere lo fa senza senza pensarci troppo e con molta freddezza.
  • E’ impulsivo, infatti i suoi primi due omicidi li ha portati a termine per vendetta
  • Non è pentito di quello che ha fatto.

Presenta però anche dei tratti atipici, non comuni a un serial killer:

  • Il primo tratto atipico è l’età. Donato Bilancia uccide a 46 anni, mentre l’età media in cui i serial killer commettono il loro primo omicidio è di 29.
  • Poi comincia a uccidere persone a lui vicine, due suoi amici. Questo è un tratto atipico dato che di solito i serial killer cominciano a uccidere perfetti sconosciuti.
  • Evita il contatto con le sue vittime e non gli piace il sangue. Al contrario di molti serial killer non si eccita alla vista del sangue, anzi ne prova ribrezzo.

Gli omicidi per vendetta di Centanaro e Parenti

Bilancia comincia a uccidere il 16 ottobre 1997, la sua prima vittima è Giorgio Centanaro. Solo 8 giorni dopo ucciderà anche la seconda e la terza vittima, Maurizio Parenti e sua moglie.

Secondo lo stesso killer è stato un torto subito da queste due persone a fargli perdere la testa e a cominciare la sua follia omicida. Centanaro e Parenti erano infatti, secondo lui, colpevoli di averlo tradito.

Bilancia era stato un abile ladro e si era arricchito molto. Così come “guadagnava” cifre da capogiro, così le spendeva nelle bische clandestine che erano frequentate anche dalle sue due prime vittime.

Nella sua confessione racconta che un giorno era stato inviato dai due in una bisca, nella quale aveva perso moltissimi milioni di lire. Un giorno poi ha sentito, per caso, una conversazione fra Centanaro e Parenti in cui uno diceva all’altro:

“Hai visto come ho agganciato il Walter?” (Walter era il nome con cui si faceva chiamare)

Sentendosi usato e tradito, decide di uccidere i due. Per prima cosa segue Centanaro e scopre dove abita, poi al momento opportuno agisce.

Una notte lo avvicina, dicendogli di dovergli mostrare qualcosa e la sua vittima, ignara, lo fa salire a casa. Bilancia non usa la pistola perché Centanaro vive in un condominio e non vuole attirare l’attenzione.

Decide allora di soffocarlo. Prima lo fa spogliare e lo fa rimanere in biancheria intima, poi comincia a soffocarlo col nastro adesivo, spiegandogli i motivi del suo gesto. Poi lo uccide soffocandolo con le mani e se ne va.

La polizia archivierà il caso come una morte naturale.

Otto giorni dopo si reca da Parenti e con la scusa di mostrargli qualcosa lo segue in casa. Una volta arrivati però lo ammanetta e gli chiede dove è la cassaforte. La moglie di Parenti sente il trambusto, si sveglia e Bilancia si fa dare la combinazione della cassaforte, poi uccide entrambi a colpi di pistola dopo aver spiegato le motivazioni del suo gesto e se ne va con 13 milioni di lire.

Gli omicidi per soldi

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Le vittime seguenti sono i coniugi Solari, una coppia benestante, e Bilancia li uccide per soldi appena tre giorni dopo avere ucciso i coniugi Parenti.

Donato Bilancia è un abile ladro e una sua conoscenza gli segnala i due coniugi perché sa che hanno in casa molto denaro.

Il killer si fa aprire la porta dicendo di avere una raccomandata da firmare, ma una volta in casa vuole sapere dove sono i soldi. La signora Solari grida, ha paura, cerca di scappare e Bilancia non controlla più la situazione. Le spara, poi spara anche al marito e se ne va senza prendere niente.

Il 13 novembre vuole fare un’altra rapina. Il suo obiettivo è Luciano Marro, un cambiavalute. Aspetta che esca a buttare la spazzatura, entra nel portoncino blindato che l’uomo ha lasciato aperto e si fa aprire la cassaforte.

Marro cerca di reagire, Bilancia si spaventa e gli esplode contro tutto il caricatore, poi gli ruba 45 milioni di lire e se ne va.

Il 20 marzo 1998 uccide un altro cambiavalute, Enzo Gorni.

Gli omicidi dei metronotte

Donato Bilancia metronotte

Prima dell’omicidio di Enzo Gorni, però, il 25 gennaio Donato Bilancia uccide Giangiorgio Canu, un metronotte. Bilancia durante l’interrogatorio dirà che questo è stato il suo obiettivo più facile.

Ha studiato i suoi orari, poi si è fatto le chiavi del portone (per lui, un ladro esperto, è stato un gioco da ragazzi) poi una sera ha aspettato che scendesse.

Appena si apre l’ascensore Bilancia gli mette un giubbotto in testa e gli spara. Poi gli prende il portafogli che butta poco dopo, forse per simulare una rapina. 

Questo omicidio apparentemente senza motivazioni, sarebbe invece stato portato a termine come rivalsa nei confronti dei metronotte. Bilancia ricorda infatti di essere stato ferito da un metronotte mentre scappava dopo un furto in un appartamento.

Il 24 marzo ucciderà altri due metronotte che intervengono quando Bilancia vuole uccidere una prostituta.

Gli omicidi delle prostitute

A partire dal 9 marzo 1998 Bilancia comincia a uccidere anche delle prostitute. Sono 4 in totale e il metodo è sempre lo stesso: le carica in macchina, consuma il rapporto e poi le uccide con dei colpi di pistola in testa.

Il 24 marzo Bilancia cerca di uccidere un transessuale che era in macchina con lui, ma due metronotte intervengono e il killer li fredda con la sua pistola. Spara anche al transessuale, ma lui riesce a scappare e sarà molto importante la sua descrizione del killer.

Donato Bilancia uccide anche due donne su un treno. Aspetta che vadano in bagno, poi apre la porta con una chiave quadrata e spara loro in testa. In un caso si masturba accanto al cadavere, lasciando delle tracce del suo DNA.

I delitti nei confronti delle donne provengono da un un odio che lui nutre verso il sesso femminile. 

Suo fratello infatti si era suicidato insieme al suo bambino di 4 anni, a cui Bilancia era molto legato, perché la moglie lo aveva lasciato. 

Il fratello di Bilancia si era suicidato buttandosi sotto a un treno tenendo in braccio il suo bambino. Questo episodio scosse profondamente il killer che, forse, non a caso decide di uccidere delle donne su un treno.

L’ultimo omicidio

Il 21 aprile compie il suo ultimo omicidio, quello del benzinaio Giuseppe Mileto, a scopo di rapina.

il 6 maggio 1998 viene arrestato dai carabinieri e lui non oppone resistenza, anzi, confessa tutti gli omicidi incluso quello di Centanaro che era stato archiviato come morte naturale.

Fondamentali per il suo arresto sono stati molti elementi:

  • la testimonianza e l’identikit fatto dal transessuale
  • l’auto usata per i delitti che non apparteneva a lui. Al proprietario originale arrivavano molte multe, notando poi che spesso si trattava dei luoghi in cui erano avvenuti degli omicidi.
  • Il DNA ritrovato sulla scena di uno degli omicidi, confrontata poi con la traccia lasciata da Bilancia su un mozzicone di sigaretta.

E’ stato condannato a 13 ergastoli e si trova attualmente nel carcere di Padova.

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