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Eric Stenbock , un vero Conte forse Vampiro

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Eric Stenbock

Per fare un passo in avanti nel vostro viaggio alla ricerca del vero volto di Vlad III l’Impalatore aggiungerei un’ipotesi degna di venire presa in considerazione da quanti si sono – come chi scrive – appassionati alla vita, alle opere dello scrittore irlandese che mai viaggiò per le nebbiose contrade della Transilvania, ma che ebbe la capacità di suscitare nei lettori del suo immortale romanzo la curiosità, l’interesse per quelle contrade, per le locali leggende, per le inconsuete tradizioni popolari.

A sinistra, una delle tante, inquietanti, raffigurazioni di Vlad III l’Impalatore, il vero “Dracula”. A destra, il dottor Roberto Volterri sull’isolotto di Snagov (Romania) dove sarebbe sepolto il vero personaggio fonte di ispirazione per lo scrittore irlandese Bram Stoker.

D’altra parte Bram Stoker e lo stranissimo Conte Eric Magnus Andreas Harry  Stenbock che ora incontrerete vissero a Londra nello stesso periodo e non credo sia da rigettare a priori l’idea che l’irlandese abbia avuto sentore che nella stessa città in cui abitava faceva parlare di se uno strambo aristocratico che amava uscire solo di notte, illuminava la sua dimora – abitata anche da serpenti, lucertole, salamandre e rospi! – solo con candele nere, riceveva gli ospiti seduto in una bara e non pranzava se il suo batrace preferito non si appollaiava sulla sua spalla mentre un allegro serpente si arrotolava ai suoi piedi. O almeno così si narrava in città…

Se questa fosse una storia vera potremmo affermare con qualche probabilità di essere nel giusto affermando che Bram Stoker, l’indimenticabile, “immortale”, autore del “Dracula” più celebre tra tutti i “Dracula” sorti dal 1897 in poi si sia ispirato – almeno in minima parte – proprio ad un curioso personaggio che visse in quegli anni a Londra: il Conte (vero Conte!) Eric Magnus Andreas Harry Conte di Stenbock, Barone di Torpa e… molto altro ancora.

Ma questa è una storia vera!

Foto giovanile del Conte Eric Magnus Andreas Harry Stenbock e un suo strano, rarissimo, libro… sulla morte.

Bram Stoker quasi certamente avrà sentito parlare di un giovane nobile, nato da un’antica famiglia dell’Estonia, ormai avviata verso la decadenza, arrivato in Inghilterra per seguire un regolare corso di studi ad Oxford, celebre università da cui viene regolarmente espulso per un comportamento che non lascia presagire nulla di buono.

Il Conte Stenbock – tralasciamo la lunga sfilza di altri nomi e titoli nobiliari! – nasce un lontano lunedì 12 Marzo 1860 a Cheltenham , nel Gloucestershire, dal Conte Eric Friedrich Diederich Magnus, passato a miglior vita a soli ventisei anni, quando il suo quasi omonimo figliuolo è venuto al mondo da pochi mesi.

La madre si chiama Lucy Sophia Frerichs, inglese, e ben presto si consola con tale Frank Mowatt, subito cordialmente odiato dal futuro aspirante  “vampiro”.

Divenuto adulto, in possesso di una discreta rendita familiare, il nostro Conte frequenta il Balliol College di Oxford mietendo clamorosi… insuccessi.

Alto, molto magro, con un’inquietante pallore del volto, i capelli fluenti, indossa perennemente un abito da sera – ovviamente… nero! – ed uno svolazzante mantello.

Nella sua stanza ama circondarsi di serpenti, lucertole, salamandre e rospi e i suoi interessi si rivolgono ben presto verso il tema della morte e della decadenza del corpo umano. Quando viaggia porta con se un cane ed una scimmia…

La morte e alcuni inconsueti aspetti della religione sembrano ossessionarlo poiché ama sostenere che

La morte è una sporca entrata per una bella religione in cui non ci saranno né la nebbia di Londra né alcuno dei mali che agitano i poeti e gli artisti di qui

Il lettore interpreti come vuole tale criptica affermazione…

Come ogni “vampiro” che si rispetti, il Conte Stenbock esce soltanto di notte ed illumina la sua cupa dimora con candele rigorosamente nere.

Nel suo strano appartamento londinese riceve gli amici seduto in una bara, tenendo – così si mormora… – un rospo su una spalla, rospo che non lo abbandona mai anche quando il Conte siede a tavola mentre un serpente si arrotola sulle sue caviglie…

Si mormora anche – le solite “malelingue” ovviamente! – che egli si dedichi a riti di Magia Nera. Naturalmente le droghe – oppio in particolare – non mancano nella sua quotidiana ricerca del “diverso” in ogni sua manifestazione, e ben presto diventa un forte bevitore.

Ben poco lodevoli attività, queste, che lo spingono a creare il “Club degli Idioti”, frequentato suppongo da altri individui che definire eccentrici suonerebbe come un inno al culto per le perifrasi…

Il “Club degli Idioti” fondato dallo strano Conte Stenbock

Stenbock, molto seriamente, afferma che anche in Estonia, terra d’origine dei suoi avi, esistono simili “Club” i cui membri – sentenzia senza alcun intento ironico “…sono più morti che vivi…”.

Le sue stranezze inducono ben presto i suoi fratellastri ad allontanarsi da lui, forse temendo qualche improvviso e irreversibile accesso di follia.

Il “Club degli Idioti” fondato dallo strano Conte Stenbock

Il Conte, proprio per non lasciare che trapelino dubbi sulla sua pazzia, viaggia con una sorta di bambola che egli battezza “Piccolo Conte”, si interessa vivamente del fenomeno del “vampirismo” e ne dà ampia testimonianza in alcune sue opere poetiche tra cui “The lunatic lover”, in cui un “non-morto” raggiunge le sue prede “viaggiando” in una dimensione onirica, “L’ombra della morte”, in “A dream” e nel racconto breve intitolato “La vera storia di un Vampiro”.

“Parce sepulto”… Sotto questa croce, ormai divelta dal tempo e dall’incuria, giace l’aspirante “vampiro” Conte Eric Magnus Andreas Harry Stenbock.

Non facendo certamente onore alla conclamata “immortalità” del personaggio al quale ha ispirato alcune sfaccettature della sua esistenza, Il Conte Eric Magnus Andreas Harry, Barone di Torpa… e altro ancora, lascia definitivamente questa “valle di lacrime” un triste venerdì 26 Aprile 1895.

Ha soli 35 anni, gran parte dei quali trascorsi in una dimensione del tutto irreale…

Gli viene estratto il cuore che viene inviato in Estonia per essere conservato insieme a simili resti dei suoi avi.

Possiamo sospettare che Stoker abbia sentito parlare di questo stranissimo personaggio, autore del breve racconto sui “vampiri” che abbiamo appena menzionato, pubblicato nel dicembre del 1894 – tre anni prima del ben più celebre “Dracula” stokeriano – in una antologia sinistramente intitolata “Studi sulla Morte”?

Forse sì, forse no.

 

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