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I maniaci di Dnepropetrovsk 21 omicidi in 21 giorni

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I maniaci di Dnepropetrovsk sono due giovani ucraini che nel 2007 in soli 21 giorni hanno ucciso 21 persone. (Tecnicamente sono degli spree killer e non serial killer)

Sono diventati particolarmente famosi perché hanno ripreso l’uccisione di alcune delle loro vittime e i video sono filtrati nella rete, visibili a tutti.

I maniaci di Dnepropetrovsk

I maniaci hanno cominciato a uccidere all’età di 19 anni, ma si sono conosciuti quando nea vevano 14, durante il liceo.

Gli assassini sono Viktor Sayenko e Igor Suprunyuk e sono stati arrestati insieme a un terzo giovane, Alexander Hanza, che però non aveva preso parte agli omicidi.

I tre sono diventati subito amici e già a partire dai 14 anni si sono dedicati ad attività illegali, soprattutto torturare animali. Alexander Hanza aveva la fobia del sangue e i due amici gli hanno proposto di superarla torturando dei cani randagi.

I tre hanno così cominciato a catturare cani randagi e a torturarli, sbudellandoli e disegnando svastiche con il loro sangue, spesso scattandosi fotografie con le loro vittime. Alcune di queste fotografie sono diventate virali nei social media.

Due anni prima degli omicidi Igor Suprunyuk ha picchiato un ragazzino per rubargli la bici e venderla poi all’amico Viktor Sayenko. I due sono stati arrestati, ma sono stati rilasciati data la minore età.

Qualche mese prima degli omicidi, invece i tre ragazzi avevano cominciato a derubare la gente. Igor aveva un’auto con la quale operava come taxi non autorizzato. I tre avevano iniziato ad assalire i passeggeri, derubandoli.

I tre l’avrebbero fatta franca grazie ai contatti che le loro famiglie benestanti avevano con personaggi influenti.

Gli omicidi dei maniaci di Dnepropetrovsk

Gli omicidi sono iniziati il 25 giugno 2007 e la prima vittima è stata Yekaterina Ilchenko, di 33 anni. La donna è stata colpita con un martello alla testa dopo essere stata a trovare un’amica.

La loro seconda vittima ha perso la vita solo un’ora dopo l’attacco ai danni di Yekaterina. Roman Tatarevich si trovava su una panchina quando i due ragazzi, Igor e Viktor, l’hanno preso a martellate in testa. L’hanno colpito con tanta ferocia che l’uomo era irriconoscibile.

Il primo luglio muoiono altre due vittime e il 6 luglio ne muoiono altre 3. Le vittime erano un uomo e due donne, una delle quali con tre figli e un marito disabile.

Il giorno seguente i due maniaci attaccano due ragazzi che stanno pescando, uccidendone solo uno, Andrei Sidyuk, mentre il secondo, Vadim Lyakhov, riesce a scappare e ad allertare la polizia.

Il 12 luglio uccidono un uomo che era riuscito a vincere la sua lotta contro il cancro. Altre 12 vittime seguiranno, scelte fra le persone più deboli: ubriachi, donne, bambini, anziani.

Una vittima in particolare era incinta e i due maniaci di Dnepropetrovsk l’hanno uccisa, estirpandole il feto dal ventre. Il video dell’attacco era riuscito a filtrarsi in rete.

Indagini

Inizialmente, come spesso succede, gli omicidi non erano stati collegati fra loro. solo il 7 luglio la polizia inizia a mettere insieme i pezzi del puzzle. Quello infatti è il giorno in cui Vadim riesce a scappare dalla loro furia omicida.

La polizia inizialmente pensa che sia stato lui a uccidere l’amico, poi capisce che il ragazzo è innocente e che l’omicidio si collega alla lunga scia di sangue iniziata il 25 giugno.

Pochi giorni dopo una donna su uno scooter viene colpita a martellate e uccisa. Ci sono però vari testimoni che riescono a dare una descrizione degli aggressori che combacia con quella data da Vadim.

Alcune delle vittime erano state derubate del cellulare e la polizia decide di distribuire gli identikit dei giovani nei banchi dei pegni della città. La strategia dà i suoi frutti e i due maniaci vengono arrestati.

Arresto

I tre giovani vengono arrestati il 23 luglio 2007, 21 giorni dopo il primo omicidio. Per Igor e Viktor ci sono 29 capi di imputazione, 21 di omicidio e 8 di aggressione. Per Alexander solo un capo di imputazione per una rapina avvenuta prima degli omicidi.

Il movente non è mai stato chiarito, ma i compagni di classe dei due hanno affermato che i maniaci fossero in contatto con un “ricco straniero” proprietario di un sito web che avrebbe promesso loro molti soldi in cambio di 40 snuff movies.

Tuttavia non ci sono prove a sostegno di questa ipotesi se non i racconti dei compagni dei due maniaci.

Viktor ha deciso di cambiare il suo avvocato e di farsi difendere dal padre.

La difesa ha sostenuto che le indagini sono state condotte in modo errato, che gli interrogatori non erano legali e che i ragazzi presenti nei video non erano gli imputati. Il padre di Viktor sosteneva inoltre che ci fossero altri responsabili, ma che questi fossero stati coperti dalle loro famiglie influenti.

Tutte queste ipotesi sono state ritenute false dal giudice.

Durante il processo sono state mostrate varie fotografie dei giovani mentre posavano con animali squartati e due video degli omicidi.

In uno dei video si poteva vedere l’omicidio di Sergei Yatzenko, preso a martellate e pugnalato più volte con un cacciavite, all’addome e negli occhi. Il video dura circa 4 minuti in cui la vittima alterna svenimenti a momenti di lucidità.

Dopo l’omicidio i due ragazzi lo commentano ridendo e si lavano il sangue dalle mani. I ragazzi erano presenti anche a molti dei funerali delle vittime, a volte scattandosi foto davanti alle bare o alle tombe mostrando il dito medio.

Sentenza

L’11 febbraio 2009 i due maniaci sono stati condannati all’ergastolo, mentre Alexandr è stato condannato a 9 anni per rapina.

I genitori dei ragazzi continuano però a sostenere che i loro figli siano innocenti e nel 2009 hanno richiesto una sentenza d’appello che, però, ha confermato la condanna all’ergastolo dei due maniaci di Dnepropetrovsk.

In rete sono disponibili i video dei maniaci di Dnepropretovsk che non posso per chiare ragioni inserire qui. Se siete interessati a vederli (ma ve lo sconsiglio vivamente) potete cercare in un motore di ricerca “3 guys 1 hammer“, “3 guys 1 screwdriver” e “liveleak killing the mother“. Inutile sottolineare quanto questi filmati siano crudi e perturbatori.

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