Eileen Wuornos

Aileen Wuornos

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Aileen Wuornos, nata il 29 febbraio 1956 a Rochester, Michigan, è diventata tristemente nota come la prima serial killer donna degli Stati Uniti. Tra il 1989 e il 1990, uccise sette uomini in Florida, tutti clienti che l’avevano raccolta mentre faceva l’autostop, lavorando come prostituta.

Le sue vittime includevano Richard Mallory, David Spears, Charles Carskaddon, Troy Burress, Dick Humphreys, Walter Antonio e Peter Siems (il cui corpo non fu mai ritrovato). Wuornos sostenne di aver agito in autodifesa, affermando che gli uomini avevano tentato di violentarla. Tuttavia, le prove e le successive confessioni rivelarono che molti degli omicidi furono premeditati, legati a rapine.

La sua infanzia fu segnata da abusi e abbandono: il padre, un pedofilo, si suicidò in prigione; la madre la lasciò con i nonni, che la maltrattarono. A 14 anni, rimase incinta dopo uno stupro e visse nei boschi, sopravvivendo con prostituzione e crimini minori.

Arrestata nel 1991, fu condannata a morte nel 1992 e giustiziata il 9 ottobre 2002. Il suo caso sollevò questioni su violenza di genere, salute mentale e pena capitale, diventando un fenomeno mediatico globale.

Infanzia e adolescenza, un inizio segnato dal trauma

Aileen Carol Pittman nacque il 29 febbraio 1956 a Rochester, Michigan, da una famiglia già segnata dal disagio. Sua madre, Diane Wuornos, aveva solo 15 anni quando la diede alla luce, mentre suo padre, Leo Dale Pittman, era un violento pedofilo incarcerato per lo stupro di una bambina di 7 anni. Non lo conobbe mai: si impiccò in prigione nel 1969.

A soli 4 anni, Aileen e il fratello Keith furono abbandonati dalla madre e affidati ai nonni materni, Lauri e Britta Wuornos, che li adottarono legalmente. L’ambiente familiare era tossico: il nonno, alcolizzato, abusava fisicamente e sessualmente di Aileen fin dall’età di 6 anni, costringendola a spogliarsi prima delle punizioni. La nonna, anch’essa alcolizzata, morì di cirrosi epatica nel 1970.

A 11 anni iniziò a scambiare favori sessuali con compagni di scuola per sigarette o soldi. A 14 anni, violentata da un amico del nonno, rimase incinta e fu costretta a dare il bambino in adozione. Cacciata di casa a 15 anni dal nonno, visse nei boschi del Michigan, sopravvivendo con prostituzione occasionale e piccoli furti.

Questi traumi infantili -abusi, abbandoni e sfruttamento sessuale- crearono le basi per la sua instabilità emotiva e la futura vita criminale.

L’incontro con Tyria Moore e la relazione tossica

Nel 1986, Aileen Wuornos conobbe Tyria Moore, una donna di 24 anni, in un bar gay di Daytona Beach. Moore lavorava come donna delle pulizie in un motel, mentre Wuornos si prostituiva lungo le autostrade della Florida. Le due iniziarono una relazione sentimentale e si trasferirono insieme, vivendo tra motel economici e occasionali rifugi di fortuna.

Wuornos manteneva la coppia con i guadagni della prostituzione, mentre Moore smise di lavorare, diventando sempre più dipendente economicamente dalla compagna. Secondo le confessioni di Wuornos, fu proprio in questo periodo – tra il 1989 e il 1990 – che iniziò a uccidere, derubando le vittime per pagare affitti e sostentamento.

Moore, pur non partecipando materialmente agli omicidi, era a conoscenza delle attività criminali di Wuornos. Dopo alcuni omicidi, Wuornos le avrebbe raccontato di aver “trovato un cadavere” o di aver agito in autodifesa. Quando la polizia iniziò a indagare, Moore fuggì in Pennsylvania, ma fu rintracciata nel gennaio 1991.

In cambio dell’immunità, collaborò con gli investigatori, registrando le telefonate in cui Wuornos confessava gli omicidi. Queste confessioni furono decisive per l’arresto e la condanna di Wuornos, mentre Moore scomparve dalla scena pubblica dopo il processo.

La scia di sangue: gli omicidi di Aileen Wuornos (1989-1990)

Tra il dicembre 1989 e il novembre 1990, Aileen Wuornos uccise sette uomini in Florida, tutti clienti raccolti mentre lavorava come prostituta lungo le autostrade. Ogni omicidio seguì uno schema simile: dopo essere saliti in macchina, li portava in luoghi isolati, li uccideva con colpi di pistola e rubava i loro averi.

1. Richard Mallory (30 novembre 1989)
Prima vittima, un elettricista di Clearwater. Wuornos sostenne che l’aveva violentata, ma lo uccise a sangue freddo. Il suo corpo fu ritrovato il 13 dicembre in un bosco, con quattro colpi di pistola.

2. David Spears (corpo ritrovato il 1° giugno 1990)
Operario edile trovato nudo lungo la Highway 19, ucciso con sei colpi. Wuornos rubò i suoi attrezzi, poi piazzati in un banco dei pegni.

3. Charles Carskaddon (corpo ritrovato il 6 giugno 1990)
Ex rodeista, ucciso con nove colpi. Wuornos tenne il suo portafoglio e una foto della sua fidanzata, trovati nel suo deposito.

4. Peter Siems (luglio 1990)
Missionario scomparso; solo la sua auto fu ritrovata, abbandonata dopo un incidente. Wuornos confessò l’omicidio, ma il corpo non venne mai ritrovato.

5. Troy Burress (scomparso il 31 luglio 1990. Il suo cadavere venne ritrovato il 4 agosto 1990)
Venditore di salsicce, ucciso con due colpi. Rubò il suo portafoglio e la merce.

6. Dick Humphreys (corpo ritrovato il 12 settembre 1990)
Ex poliziotto in pensione, ucciso con sei colpi. Wuornos usò la sua carta di credito dopo l’omicidio.

7. Walter Antonio (corpo ritrovato il 19 novembre 1990)
Trovato seminudo con quattro colpi alla schiena. Fu l’ultimo omicidio prima dell’arresto.

Wuornos inizialmente giustificò ogni omicidio come autodifesa, ma in seguito ammise: “Li ho uccisi per rubare. Punto.” Le vittime furono scelte a caso, e i loro oggetti personali (orologi, strumenti, gioielli) furono venduti per finanziare la sua vita con Tyria Moore. L’ultimo corpo, quello di Antonio, fu scoperto appena 51 giorni prima che la polizia la catturasse.

Arresto e confessione

L’arresto di Aileen Wuornos avvenne il 9 gennaio 1991 al Last Resort, un bar per motociclisti a Port Orange, Florida. La polizia la identificò grazie alle impronte digitali lasciate sulle ricevute dei banchi dei pegni dove aveva venduto oggetti rubati alle vittime, tra cui una fotocamera e un rilevatore di radar appartenuti a Richard Mallory.

Il ruolo di Tyria Moore

Tyria, la compagna di Wuornos, giocò un ruolo cruciale. Dopo la fuga in Pennsylvania, fu convinta a collaborare con gli investigatori. Sotto la supervisione della polizia, chiamò Wuornos dalla Florida, fingendo di essere in pericolo. In quelle telefonate registrate, Wuornos ammise progressivamente gli omicidi, dicendo: “Ho dovuto farlo, mi avrebbero denunciato”.

La confessione definitiva

Il 16 gennaio 1991, Wuornos firmò una confessione dettagliata. Descrisse ogni omicidio, sostenendo inizialmente che tutte le vittime avevano tentato di violentarla. Tuttavia, le incongruenze emersero:

  • Alcuni uomini furono colpiti alla schiena, senza segni di lotta.
  • I corpi furono spogliati e derubati sistematicamente.

In seguito, ritrattò parzialmente: “Solo Mallory mi ha violentato. Gli altri… volevo i loro soldi”.

Le prove schiaccianti

Oltre alle confessioni, la polizia trovò:

  • L’arma del delitto (una pistola .22) gettata in un lago.
  • Oggetti personali delle vittime in un box affittato da Wuornos.
  • Il palmare di Walter Antonio, venduto a un banco dei pegni.

L’arresto pose fine a un’ondata di panico in Florida, ma il caso era solo all’inizio. Le confessioni, seppur contraddittorie, divennero la base per sei condanne a morte.

Il Processo e la Condanna a Morte

Il processo per l’omicidio di Richard Mallory iniziò il 14 gennaio 1992 a Daytona Beach, Florida. Wuornos, rappresentata da difensori d’ufficio, mantenne inizialmente la tesi dell’autodifesa, sostenendo che Mallory l’aveva violentata. Tuttavia, la prosecuzione presentò prove schiaccianti:

  • Prove balistiche: i proiettili ritrovati nei corpi delle vittime corrispondevano alla sua pistola.
  • Testimonianze: Tyria Moore confermò che Wuornos aveva pianificato i furti dopo gli omicidi.
  • Reperti: oggetti personali delle vittime furono trovati nel suo deposito.

Il 27 gennaio 1992, la giuria la dichiarò colpevole di omicidio di primo grado e rapina a mano armata. Durante la sentenza, Wuornos insultò i giurati, gridando: “Spero vi violentino!”.

Il 31 gennaio 1992, il giudice la condannò alla pena di morte. Nei mesi successivi, Wuornos si dichiarò colpevole per altri cinque omicidi (Burress, Humphreys, Spears, Carskaddon e Antonio), ricevendo altrettante condanne a morte. Per l’omicidio di Siems non ci fu processo, dato che il corpo non fu mai ritrovato.

L’11 ottobre 2001, Wuornos rinunciò a tutti i ricorsi, dichiarando: “Sono un’assassina seriale, ucciderei ancora. Non ha senso mantenermi in vita”. La sua esecuzione fu fissata per il 9 ottobre 2002.

L’esecuzione di Aileen Wuornos

Aileen Wuornos fu giustiziata mediante iniezione letale il 9 ottobre 2002 nel carcere di Florida State Prison a Starke. Alle 9:47 del mattino, dopo aver rifiutato il tradizionale ultimo pasto, accettò solo una tazza di caffè.

Prima dell’esecuzione, le furono concesse le ultime parole“Sì, sto navigando con la Roccia e tornerò, come il Giorno dell’Indipendenza con Gesù. Tornerò, come nel film, con la grande astronave madre”, un riferimento biblico e cinematografico che lasciò perplessi i presenti.

La procedura durò 6 minuti. Wuornos, legata al tavolo d’esecuzione, inizialmente fece una smorfia ai testimoni, poi chiuse gli occhi dopo l’iniezione. I familiari delle vittime, presenti all’esecuzione, commentarono: “È morta troppo facilmente rispetto a quello che ha fatto”.

Fu la decima donna giustiziata negli USA dal 1976 e la seconda in Florida dopo Judy Buenoano (1998). Le sue ceneri furono sparse in Michigan dall’amica d’infanzia Dawn Botkins.

l’impatto culturale di Aileen Wuornos

Il caso di Aileen Wuornos ha lasciato un’impronta profonda nella cultura popolare e nel dibattito giuridico. La sua storia è diventata oggetto di numerose opere, tra cui:

  • FilmMonster (2003) con Charlize Theron, che vinse l’Oscar per la sua interpretazione
  • Documentari: i due lavori di Nick Broomfield (The Selling of a Serial Killer e Life and Death of a Serial Killer)
  • Opera liricaWuornos di Carla Lucero, rappresentata a San Francisco nel 2001

Il caso ha riacceso discussioni su:

  1. Pena di morte: Wuornos fu la decima donna giustiziata negli USA dal 1976
  2. Salute mentale: i suoi disturbi psicologici documentati (personalità borderline e antisociale)
  3. Violenza di genere: il controverso rapporto tra prostituzione e autodifesa

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