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La Statua di Masakichi: la sconcertante realizzazione di un amore maledetto

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Negli abissi oscuri dell’arte macabra, poche opere possono vantare una storia tanto avvincente quanto la statua di Masakichi.

Hananuma Masakichi, un talentuoso scultore giapponese del XIX secolo, era un uomo destinato a diventare leggenda. Quando la sventura ha bussato alla sua porta sotto forma di una malattia incurabile, il suo amore ardente e disperato per una donna lo ha spinto verso una decisione estrema. Desiderava creare un’opera d’arte così reale, così viva, che potesse sostituirlo nel cuore della sua amata dopo la sua inevitabile morte.

E in effetti, quando si metteva in posa di fianco ad essa, le persone faticavano a capire chi fosse l’uomo e chi l’opera.

Un’oscura creazione

Masakichi scultura

Per tre lunghi e tormentati anni, Masakichi si è ossessionato sulla creazione di un doppione perfetto di se stesso. L’arte della statua di Masakichi risiede nella sua stupefacente precisione e realismo, frutto di un processo di realizzazione doloroso e dettagliato. Usando il suo corpo come modello, Masakichi si studiava attentamente attraverso una serie di specchi, dedicando innumerevoli ore a scolpire ogni dettaglio. La statua non è ricavata da un blocco unico, ogni dettaglio veniva scolpito su piccoli tasselli di legno, che venivano poi uniti senza chiodi grazie a incastri a coda di rondine e colla. Ogni venatura, piega e ruga della pelle veniva ricreata con un’ossessione maniacale.

Ma ciò che rendeva la statua così inquietante nella sua autenticità erano i dettagli personali che l’artista incorporava: i propri capelli erano impiantati sul cranio della scultura, i pori incisi uno a uno e i corrispondenti peli impiantati sulla statua e si dice che abbia dato alla statua persine le sue unghie, strappandosele e i suoi denti.

Questa dedizione quasi masochistica alla sua arte trasformava la statua in qualcosa di più di una semplice rappresentazione; diventava un frammento della sua stessa essenza, un ibrido tra legno e uomo che continua a incutere sgomento e ammirazione.

Masakichi, nella sua forma legnosa, sembra vivo; ogni venatura, piega e imperfezione della pelle è esposta con una precisione quasi innaturale. Alla fine scolpì e dipinse degli occhi in vetro praticamente identici ai suoi e anche un paio di occhiali.

Ma il vero orrore risiede nel motivo della sua creazione: un omaggio per l’amata, una rappresentazione eterna del suo amore, destinata a durare molto oltre la morte.

Statua Masakuchi – L’idea della creazione

All’origine della creazione della sua statua c’è una storia d’amore tanto intensa quanto tragica. Hananuma Masakichi, affetto da una malattia che riteneva mortale, fu sopraffatto dal pensiero di lasciare la sua amata da sola nel mondo. Consumato dall’idea della sua imminente scomparsa e animato da un desiderio ardente di non venire mai dimenticato, decise di scolpire un doppione perfetto di se stesso. Questo non era soltanto un gesto artistico, ma un’offerta d’amore: voleva lasciarle una versione “eterna” di sé, una presenza tangibile che potesse sostituire la sua assenza fisica. Così, ogni dettaglio scolpito, ogni capello impiantato, ogni unghia e dente incorporato nella statua, era un messaggio d’amore e di eternità per l’amata, un modo per assicurarsi che la sua presenza sarebbe rimasta accanto a lei, in qualche forma, per sempre.

Un doloroso rifiuto

Ma come in ogni storia di amore e ossessione, c’è una svolta tragica. Dopo tutti gli sforzi e il dolore impiegati nella sua creazione, la donna a cui era destinata l’ha respinto. Incapace di sopportare la vista di quella replica troppo reale, ha lasciato Masakichi e la sua “creazione” a un destino di solitudine.

L’artista non morì di tubercolosi, ma sopravvisse altri dieci anni, morendo in povertà nel 1895. La statua è arrivata a noi grazie al famoso ollezionista Robert Ripley che la aquistò per soli 10 dollari. Oggi, questa spaventosa testimonianza d’amore risiede nel museo di Ripley’s Believe It or Not! a San Francisco. Un monito per chiunque osi sfidare i confini dell’amore, della vita e della morte.

La statua di Masakichi ci ricorda che le storie più inquietanti possono nascere da verità umane e passioni terrene. Una creazione che, nella sua strana e macabra bellezza, continua a tormentare e affascinare chiunque incroci il suo sguardo.

Photo credit: https://www.ripleys.com/

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