Abe Sada è stata una geisha e prostituta giapponese, famosa per avere ucciso ed evirato il suo amante e per aver portato con sé nel suo kimono il membro per alcuni giorni, fino al giorno del suo arresto.
Famiglia
Abe Sada viene da una famiglia medio borghese, fabbricante di tatami. Settima degli otto figli della famiglia, sarà la più giovane dei 4 sopravvissuti. Il padre viene ricordato come un uomo onesto, che non ha mai avuto problemi con la legge, mentre della madre si sa che ha avuto qualche “difetto morale”.
Il fratello di Sada è un donnaiolo, e dopo essersi sposato scappa con i soldi dei genitori. Anche una delle sorelle aveva molti amanti e il padre, per punirla, la mandò a lavorare in un bordello. Questa era una tipica punizione per correggere il comportamento morale delle donne e, una volta fatta ritornare a casa, si sposò.
L’infanzia di Abe Sada
Sada nacque nel 1905 ed essendo la più piccola della famiglia Abe, la madre le permise di scegliere cosa fare. Sin dall’infanzia mostrò un notevole interesse per il mondo delle geishe e dello spettacolo e volle prendere lezioni di shamisen, strumento legato al mondo delle geishe e della prostituzione. Da adolescente cominciò a frequentare brutte compagnie e a 15 anni venne violentata. Nonostante il supporto della famiglia, divenne un’adolescente ribelle. Dopo essere diventata intrattabile il padre decise di venderla ad una casa da tè, dove lavoravano le geishe, nel 1922.
Sia lui che la sorella ricordano che fosse stata volontà di Sada lavorare lì, mentre Sada racconta che era stata mandata lì come punizione del padre, per correggere il suo comportamento promiscuo.
La prostituzione
Non viene però presa a lavorare né come geisha né come apprendista geisha (Maiko). A 17 anni è considerata troppo grande e viene messa a intrattenere sessualmente i clienti delle geishe.
Dopo 5 anni contrae la sifilide e da quel momento avrebbe dovuto sottoporsi periodicamente a dei controlli, proprio come le prostitute (che in quel periodo lavoravano legalmente, con una licenza). Decide quindi di diventare una prostituta a tutti gli effetti perchè le avrebbe fatto guadagnare di più.
Comincia a lavorare ad Osaka, dove si fa la brutta reputazione di derubare i clienti. Prova varie volte a scappare, ma viene puntualmente ripresa. Dopo due anni riesce finalmente nella sua fuga e comincia a lavorare come cameriera. Non trovando però soddisfacente la paga decide di tornare ad essere una prostituta, senza licenza questa volta, e nel 1932 comincia a lavorare in un bordello illegale di Osaka. Nel 1934 la polizia fa una retata e Abe Sada viene arrestata. Un amico del proprietario del bordello, con molti agganci, vede Sada e se ne innamora. Fa in modo di liberarla, la fa diventare la sua amante e le dà una casa e una rendita.
Intervistato più avanti, dirà che era una donna molto forte, che voleva sempre essere soddisfatta almeno 3 o 4 volte al giorno. All’inizio era grandioso, ma dopo due settimane, l’uomo era esausto. Sada gli propone di lasciare la moglie e sposarla, ma lui rifiuta. Gli propone allora di poter avere un altro amante, ma anche questa richiesta non viene accolta e Sada decide di scappare a Nagoya dove, nel 1935, comincia a lavorare come cameriera.
Incontro con Kichizo Ishida
Nel ristorante incontra Goro Omiya e se ne innamora, ma sapendo che il proprietario non avrebbe tollerato una relazione sessuale fra una cameriera e un cliente decide di andare a Tokyo.
Omiya, un professore e aspirante candidato al parlamento, la raggiunge e la fa stare a sue spese in un centro termale dopo aver saputo che aveva sofferto di sifilide. Le consiglia anche di aprire un piccolo ristorante e di cominciare a fare l’apprendista. Così nel 1936 diventa apprendista presso il ristorante Yoshidaya il cui proprietario è il quarantaduenne Kichizo Ishida.
Ishida, noto donnaiolo, comincia ben presto a farle delle avances. Sada, non soddisfatta sessualmente da Omiya, cede. A metà aprile cominciano la loro relazione e il 23 dello stesso mese si danno appuntamento in una casa da tè, l’equivalente di un motel. Doveva essere un rapido incontro, invece rimangono a letto per due giorni interi. Successivamente si spostano in altre case da tè e tornano a casa dopo ben due settimane. Sada era completamente innamora di Ishida, e successivamente affermerà che con lui era finalmente riuscita a provare il vero amore.
Dopo il loro incontro amoroso Sada diventa molto gelosa e non può sopportare l’idea che il suo amato torni con la moglie. Comincia quindi a pensare all’omicidio che compie poco tempo dopo. Minaccia Ishida di ucciderlo se non lascia la moglie, ma lui più che spaventato sembra divertito.
L’omicidio
In uno dei loro incontri sessuali, Ishida chiede a Sada di stringergli la gola con un nastro perchè questo aumenta il suo piacere sessuale. Sada lo fa e vuole provare a sua volta.
Successivamente seda Ishida con dei tranquillanti per non farlo soffrire. Una volta addormentato, lo strangola con il laccio del suo kimono fino ad ucciderlo. Rimane qualche ora sdraiata con il cadavere, poi gli taglia i genitali, li avvolge in dei fogli di carta, si lava le mani ed esce dalla stanza. Al personale del motel dice di non disturbare Ishida perché sta dormendo.
Sada fugge e sta in un hotel sotto falso nome. Scrive delle lettere di addio a Omiya, alcuni amici e a Ishida e pianifica il suo suicidio. La polizia però, dopo aver trovato il nome di lei scritto sul corpo di Ishida con il suo sangue, è già sulle sue tracce. Sada afferma che il pene di Ishida era il più caro ricordo che aveva di lui e di aver provato ad avere un rapporto con il pene mutilato dell’amante, ma senza successo.
Alle 4 del pomeriggio la polizia entra nella sua camera e la arresta. Quando le chiedono perchè avesse ucciso Ishida, Sada risponde che lo amava così tanto che non avrebbe potuto sopportare che lui stesse con altre donne. E che se lo avesse ucciso allora sarebbe stato solo suo e che nessun’altra donna lo avrebbe mai più toccato.
Il processo
Il 25 novembre 1936 comincia il processo e Abe Sada viene accusata di omicidio, mutilazione e perversione sessuale.
Sada si sente profondamente offesa da quest’ultima accusa e chiede che le venga fatta una perizia psichiatrica. La perizia rivela effettivamente che non era una pervertita sessuale ma solo una ninfomane. Dopo questo risultato Sada confessa l’omicidio e la mutilazione e viene condannata a soli sei anni di carcere.
Tuttavia nel 1940 ci fu un’amnistia generale per i 2600 anni dell’ascesa al trono dell’Imperatore Jimmu e un anno dopo Sada viene rilasciata. Poco si sa della sua vita dopo la sua liberazione. Si sa che ha cambiato nome e si è sposata ma il marito, dopo averne scoperto la vera identità, ha chiesto il divorzio. Le ultime notize che abbiamo di lei risalgono al 1970.
Abe Sada divenne il soggetto di molti romanzi, film e documentari.
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