La medicina nel corso degli anni ha usato molti metodi che oggi definiremmo barbari. Pensa, ad esempio, all’elettroshock o alla lobotomia. Esiste anche un altro metodo, usato sin dal paleolitico e in ogni parte del mondo, che servirebbe a curare molteplici malanni o malesseri: la trapanazione e autotrapanazione del cranio.
Se pensi che sia una cosa da medioevo, continua a leggere: rimarrai sorpreso!
Origini della trapanazione del cranio
La trapanazione del cranio, nonostante possa sembrare pericolosissima, è stata usata dall’uomo sin da tempi antichi.
Si hanno notizie dell’uso della trapanazione persino su crani di 8.000 anni fa.
Un altro dato sorprendente è che questa pratica veniva usata in varie parti del mondo e in civiltà diverse senza che queste fossero entrate in contatto fra di loro.
Questo significa che diverse civiltà sono ricorse alla trapanazione del cranio in modo autonomo.
Perché trapanare il cranio?
Molti crani che presentano fori sono stati ritrovati in varie parti del mondo, ma perché l’uomo ha sentito il bisogno di farsi dei buchi in testa?
Per quanto riguarda le civiltà antiche di cui non abbiamo testimonianze scritte, gli studiosi possono solo fare delle ipotesi.
Le teorie più accreditate sono quelle che vedono i fori nel cranio come via per fare uscire i demoni presenti nel paziente, quindi dei veri e propri esorcismi.
In un’area dell’attuale Messico, invece, sono stati ritrovati crani con più di un foro presente. Questo potrebbe significare che i fori avevano un significato religioso o erano indice di uno stato sociale più alto.
Con cosa si trapanava nell’antichità?
Ma se i crani perforati che sono stati rinvenuti risalgono anche a 8.000 anni fa, come venivano fatte le trapanazioni?
In alcuni casi venivano usate pietre appuntite come l’ossidiana. Con la scoperta dei metalli sono stati poi usati scalpelli.
Sappiamo che i fori sono artificiali e non un risultato di traumi per la forma del foro ma anche perchè i crani presentano segni di guarigione.
La trapanazione infatti non andava a toccare il cervello e la ferita del paziente si curava.
La pietra della follia
A partire dal XV secolo le pratiche di medicina cominciano a essere sempre meglio descritte e dettagliate, fra queste anche la trapanazione.
Ci sono molte incisioni e rappresentazioni di questa pratica che veniva usata per curare le malattie mentali e l’epilessia.
In particolare si pensava che esistesse una “pietra della follia” che doveva essere estratta dal cranio del paziente prima che rovinasse completamente il cervello.
La trapanazione oggi
Anche oggi possono essere praticati dei fori nel cranio a scopi medici, per fortuna con metodi moderni e meno pericolosi e solo in casi precisi.
Tuttavia c’è chi sentiva la mancanza delle care e vecchie trapanazioni casalinghe e qualcuno ha pensato di porre rimedio al problema.
Un bibliotecario olandese, Bart Huges, ha infatto deciso di trapanarsi il cranio da solo usando uno strumento per dentisti nel 1965.
E non è stato l’unico. Sempre negli anni ’60 una donna, Amanda Feilding, ha deciso di trapanarsi il cranio dopo che vari dottori si erano rifiutati di farlo.
Amanda ha deciso di aprirsi un buco in testa per “far fluire meglio il sangue” e trarre benefici psicologici.
Secondo lei la pratica ha funzionato e ha girato un video dell’esecuzione del foro.
E tu, ti trapaneresti il cranio se questo servisse a farti sentire meglio? Dillo nei commenti!