«Testing 1, 2, 3, testing 1, 2, 3». Una linguaccia, una smorfia, un’altra linguaccia, il viso apparentemente sereno. Senza dubbio rassegnato. «Hello, my name is Ricardo Lopez, it’s January 14, 1996. Today’s my birthday, I’m 21».
Ricardo Lopez
Si apre con queste parole il video-diario di Ricardo López, passato alle cronache per esser divenuto uno dei più famosi stalker della storia americana. Natio di Montevideo (Uruguay), si trasferisce negli Stati Uniti da bambino, assieme alla propria famiglia. Georgia prima, Florida poi. L’infanzia e la giovinezza di Ricardo trascorrono infelici. Al giovane Ricardo, infatti, viene diagnosticata la Sindrome di Klinefelter, malattia genetica causa di, tra i sintomi più macroscopici, ipogonadismo (insufficiente secrezione di ormoni sessuali), atrofia testicolare e ginecomastia. Evidente il disagio, fisico ed esistenziale, maturato e covato da Ricardo.
Paura e senso di inadeguatezza non consentono al giovane Ricardo di intraprendere un adeguato corso di studi od una altrettanto soddisfacente vita lavorativa, sebbene mostri, sin da bambino, ottime qualità intellettive. Egli non possiede alcuna vita sociale ed affettiva: nessun amico, nessun rapporto con il sesso femminile, nessuna ragazza, nessuna fidanzata. Ricardo è solo. Inizia a lavorare, diciottenne, nella azienda di disinfestazione gestita dal fratello. L’indipendenza economica fa sì che Ricardo vada a vivere da solo: una piccola casa in affitto. Solo e senza affetti. Ricardo, inevitabilmente, intraprende un processo interiore di distacco tanto graduale quanto totale ed irreversibile dalla realtà. Si rifugia nel gossip, nelle vite di attori e star della musica internazionale. Inizia a covare ossessioni per alcuni personaggi famosi. Con le celebrità, instaura un intricato, ma virtuale e malato, rapporto di amore-odio.
L’ossessione per Bjork
Il 1993 segnerà per sempre la vita di Ricardo López. Egli, infatti, sviluppa una ossessiva e insana passione per Björk, cantautrice islandese, negli Anni ’90 all’apice del proprio successo.
Una infatuazione malata, martellante, asfissiante: Ricardo si sta trasformando in uno stalker. Anche molto pericoloso.
In questa fase, Ricardo López si dedica alla stesura di un diario: arriverà a contare ben 800 pagine. Nei suoi scritti, Ricardo esterna debolezze, frustrazioni, delusioni, rabbia, odio, insano amore. Fa riferimento al suicidio e all’omicidio. Björk, ad ogni modo, è al centro dei pensieri di Ricardo. Un autentico chiodo fisso. Quando Björk ed il DJ Goldie (nome d’arte di Clifford Joseph Price) instaurano una relazione sentimentale (i due, ironia della sorte, si lasceranno nel settembre del 1996…), la deriva omicida di Ricardo López trova una naturale valvola di sfogo. È la classica goccia che fa traboccare il vaso, l’interruttore che accende definitivamente il Ricardo López psicopatico.
Nasce in Ricardo, pertanto, un sentimento di vendetta nei confronti dell’artista islandese. Traditrice, colpevole. Una gelosia omicida si impossessa di Ricardo. Björk va punita. Uccisa.
Ed eccoci, dunque, a quel fatidico 14 gennaio 1996, giorno del 21° compleanno di Ricardo López. Egli smette di scrivere: ha inizio il video-diario. Si tratta di un documento, pur nel delirio vendicativo ed omicida che lo contraddistingue, di rara importanza, tanto al livello psicologico quanto criminologico. I video, reperibili in rete in forma integrale, contano ore ed ore di registrazione. I contenuti non si discostano da quanto possiamo leggere nel precedente diario: frustrazione, autolesionismo, rabbia, vendetta, inadeguatezza in ogni forma e aspetto. Ricardo non vuole punire solo ed esclusivamente Björk, ma anche se stesso, protagonista di una vita insignificante. Al contempo, Ricardo López ambisce a diventare la persona più importante nella vita della cantautrice finnica. Come? Uccidendola.
Il piano di Ricardo López è tanto folle quanto concepito in ogni dettaglio. In un primo momento, infatti, López architetta il seguente piano: realizzare una bomba la quale, nell’istante della deflagrazione, avrebbe eiettato aghi infettati dal virus dell’HIV, l’AIDS. Un piano di difficile messa in opera che, invero, López abbandonerà ben presto. Decide così di inviare alla casa discografica di Björk, la Electra Records, una bomba “sotto mentite spoglie”: un libro quale involucro di un ordigno a base di acido solforico. Una volta inviato il pacco ed appreso della morte della cantautrice, Ricardo López si sarebbe ucciso. I video riprendono e documentano minuziosamente l’opera di realizzazione dell’ordigno destinato a Björk. In sottofondo, musica, TV ed i monologhi di López.
L’ultimo video di Ricardo
Il 12 settembre 1996, Ricardo López inizia le riprese di quello che sarà il suo ultimo video. “The Last Day”. Preda del nervosismo e di un evidente malcelato panico, spedisce il pacco. Quindi, di nuovo in casa, si rasa la testa, si spoglia completamente nudo (come sua abitudine) ed inizia a dipingersi il volto con colori a tempera verde e rosso. Allestisce con cura il set dell’ultimo atto della propria vita: uno specchio, la scritta “The Best Of Me” alle spalle della sedia. In basso, sotto la scritta, la data. Il televisore acceso, la musica a far da colonna sonora agli ultimi, programmati minuti di vita del giovane uruguayano. “Crocodile Rock” di Elton John stride con i drammatici istanti. Ricardo López non tradisce uno stato emotivo palesemente su di giri, quasi ad allontanare il destino che lo attende e che ha voluto scrivere per se stesso: egli ondeggia il capo in modo scomposto, apparendo quasi spavaldo. La telecamera, poi, riprende un’altra scritta: “The 8mm Tapes Are A Documentation Of A Crime. Terrorist Material. They Are For The F.B.I”.
Il suicidio
«Ok it’s time, ok it’s time», a precedere l’ultimo strascicato monologo di Ricardo López. “I remember you” di Björk a far da sottofondo all’imminente suicidio. Il nervosismo di Ricardo, ora, emerge in tutta la sua forza. Seduto, la pistola già in mano. Si alza più volte dalla sedia, agitato. Si risiede, definitivamente. Accenna, in silenzio, alcuni versi del brano di Björk. Sullo schermo della TV, un fermo immagine del volto della cantante. Respiri profondi e colmi di angoscia precedono lo sparo. Ricardo López pronuncia un’ultima frase: «This Is For you!», sembra biascicare. Il suono sordo dello sparo in bocca, un rantolo, il corpo esanime che rovina sul pavimento. La scritta “The Best Of Me” su fondo bianco rimane clamorosamente intonsa: nelle intenzioni di Ricardo, avrebbe dovuto macchiarsi col sangue, schizzato a seguito del colpo mortale. Ma la calotta cranica di Ricardo rimane intatta: troppo piccolo il calibro della pistola per infliggere un simile danno. L’orologio della telecamera segna le 2:53PM.
Quattro giorni più tardi, grazie all’odore nauseabondo proveniente dalla abitazione e al sangue colante attraverso il soffitto, il corpo di Ricardo López verrà ritrovato dalla polizia. La ricostruzione dei fatti porterà all’individuazione del pacco bomba, fortunatamente ancora non consegnato e fermo in un ufficio postale di Londra.
Nessuno, tra i familiari di Ricardo, si era reso conto della grave patologia che affliggeva il ragazzo. Sebbene consci della ossessione maturata verso Björk, essi ritenevano Ricardo non in grado di compiere gesti estremi, quali un omicidio o il suicidio. Imperscrutabili misteri e retroscena di una vicenda, ancora oggi, drammaticamente attuale.
Racconto scritto in modo eccelso