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4chan, anonimato e delitti

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Le storie che andremo a raccontare condividono la medesima origine, il medesimo sostrato. Cos’è 4chan? Partiamo da questa semplice domanda. Apparentemente semplice. Lanciato il 1 ottobre 2003 e ideato da Christopher Poole, 4chan è un cosiddetto sito web imageboard. Immagini e discussioni, un forum del “tutto”, sintetizzando. Una piazza globale, senza limiti né confini, in cui gli utenti, nel più totale anonimato, pubblicano foto e discutono di ogni genere di argomento. Japanese Culture (Anime, Manga, Cosplay, ecc.) – il sito è ispirato al portale giapponese Futaba Channel (2chan.net) –, Video Games, Interests (Comics & Cartoons, Technology, Television & Film, Weapons, Auto, Sport, ecc.), Creative (Oekaki, Papercraft & Origami, Photography, Food & Cooking, Literature, Music, ecc.), Other (Business & Financial, Travel, Paranormal, ecc.), Adult sono le categorie – ciascuna comprendente ulteriori sottocategorie – consultabili all’interno di questo bizzarro sito, in cui libertà di espressione ed anonimato costituiscono i principi cardine.

La sezione, tuttavia, che più affascina e alla quale 4chan deve la sua notorietà è la cosiddetta “Random”. Appena si clicca sul link, ecco aprirsi una finestra: sono le condizioni d’uso della sezione:

To access this section of 4chan (the “website”), you understand and agree to the following:

  1. The content of this website is for mature audiences only and may not be suitable for minors. If you are a minor or it is illegal for you to access mature images and language, do not proceed.
  2. This website is presented to you AS IS, with no warranty, express or implied. By clicking “I Agree,” you agree not to hold 4chan responsible for any damages from your use of the website, and you understand that the content posted is not owned or generated by 4chan, but rather by 4chan’s users.
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Si clicca sul tasto “Accept” ed il gioco è fatto. Ed eccola, davanti ai nostri occhi: la famigerata /b/ – Random (boards.4chan.org/b/), la sezione che ha reso celebre 4chan. Qui, è possibile trovare di tutto. Realmente di tutto. Soprattutto tanta pornografia (compreso il cosiddetto “jailbait porn”), benché 4chan contempli una apposita sezione. Il confine tra legalità ed illegalità, lecito ed illecito, in questa bacheca, si palesa talmente sottile da essere oltrepassato in numerosi thread. Chi visita 4chan non deve porsi domande né scrupoli.

Cicada 3301: sì, è in /b/ che è nato il mito di questo intrigante enigma, ancora oggi meritevole di attenzione.

Le foto hard, ad ogni modo, rappresentano solo la punta dell’iceberg di questo intricato e torbido microcosmo. Quel borderline che, inevitabilmente e comprensibilmente, affascina gli internauti più temerari.

Delitti, scene di omicidi, foto di cadaveri, un assassino reo confesso accertato e consegnato alla giustizia, un possibile ma mai acclarato omicida seriale. È nel sottobosco di /b/ che si sviluppano le storie di cronaca che andremo a raccontare.

David Kalac ed il delitto di Amber Lynn Coplin

È il 4 novembre 2014. Nella sezione /b/ di 4chan appare questo post: “Turns out its way harder to strangle someone to death than it looks on the movies”. “È assai più difficile strangolare realmente qualcuno, più di quanto appaia nei film”. Il post è corredato da una macabra foto che ritrae una donna distesa su un letto: segni sul collo compatibili con uno strangolamento, colorito pallido, cadaverico, il corpo spogliato dei vestiti, la testa reclinata all’indietro, la bocca aperta. Gli utenti, in un primo momento, pensano ad una burla, ad uno scherzo, ad un mitomane in cerca di attenzioni. Del resto, il web e 4chan brulicano di troll. Nulla di preoccupante, sembra. A questo primo post, però, ne segue un altro.

“She fought so damn hard”, si legge. “Ha lottato così duramente”. E non è tutto. Segue, infatti, un terzo post, corredato da una ulteriore foto della donna. Si legge testualmente:

Guardate tra poche ore i notiziari di Port Orchard, Washington. Sua figlio tornerà a casa tra poco da scuola. La troverà e poi chiamerà la polizia. Ho voluto condividere le fotografie prima che mi trovino. Ho comprato una pistola giocattolo che sembra abbastanza reale. Quando verranno a prendermi, la tirerò fuori e poi mi uccideranno. Capisco i vostri dubbi, vi chiedo solo di guardare i fottuti notiziari. Ora devo buttare il mio telefono

L’autore dei macabri post è David Kalac, 33 anni, residente a Port Orchard, cittadina situata nello Stato di Washington, USA. Commesso il crimine, Kalac entra in un bar, ove vi rimane per diverse ore. Beve alcune lattine di Pabst Blue Ribbon, vodka e Red Bull. Lasciato il bar, si consegna alla polizia. “Ho ucciso Amber Coplin. L’ho strangolata con le mie mani, poi con un laccio da scarpe”, confessa David Kalac. La vittima è Amber Lynn Coplin, 30 anni, fidanzata di Kalac e madre di un ragazzo tredicenne. Lo stesso ragazzo citato nel post. A casa della vittima, un messaggio scritto da Kalac: “She killed me first“, “lei mi ha ucciso per primo”. Il movente appare evanescente: lui ubriaco, una discussione, l’omicidio. Una marcia faccenda di violenza domestica.

Nella primavera del 2017, il giudice Jeanette Dalton – Kitsap County Superior Court – condanna David Kalac a 82 anni di reclusione.

“The only thing I can say is, I am sorry and I will never forgive myself”, dirà Kalac dopo la sentenza.

4chan, tuttavia, ha fatto da sfondo ad una oscura vicenda dai contorni ancor più macabri. Un episodio ancora non a fuoco, a tutt’oggi irrisolto e, proprio per tali ragioni, alquanto inquietante.

Il “4chan Serial Killer”

21 agosto 2015. Nella sezione /b/ di 4chan appare il seguente post:

Ho ucciso diverse donne per piacere. Se indovinerete il nome di una delle vittime posterò le sue fotografie. Non scrivete più di dieci nomi per post altrimenti verrete ignorati. Alcune fotografie sono Polaroid mentre altre sono state scattate con una fotocamera usa e getta. Ho anche delle fotografie di quando erano ancora in vita. Se indovinerete tutti i nomi vi farò vedere dove ho scaricato un cadavere nel 1999. La prima donna e la sua fotografia sono “gratis”, poiché il suo nome è difficile da indovinare

Il copione si ripete. Parimenti a quanto accaduto nella vicenda legata a David Kalac, gli utenti di 4chan si dividono. Taluni stanno al gioco, talaltri, al contrario, etichettano l’indovinello come la solita, ennesima burla. Ma a corredo del post, vi sono due foto. Una prima immagine ritrae quello che a tutti gli effetti sembra il cadavere di una donna: il corpo disteso su un letto, la testa leggermente reclinata verso sinistra, il volto, le braccia e le mani sporche di sangue, così come la maglietta. Il braccio sinistro piegato e la mano rivolta verso la bocca. Accanto a questa foto, appare una istantanea di una ragazza in vita: sorridente, capelli neri, l’abito ed il cappello indossati in occasione del diploma. Sotto alle due foto, un foglio bianco e la scritta sopra impressa a matita: “/b/ August 21, 05”.

Trascorrono pochi minuti e l’autore del macabro post rilancia: “Wow, un grande inizio, incredibile. Ho corretto la data, errore mio”. L’anonimo pubblica una nuova foto. L’immagine ritrae quello che sembra il cadavere della donna, stavolta interamente spogliato degli abiti: presenta evidenti segni di violenza ed accanimento sui genitali. Lividi e sangue su tutto il corpo. Anche le lenzuola del letto su cui è distesa presentano vistose chiazze di sangue. L’immagine, vera o falsa che sia, è raccapricciante. La data è stata modificata a penna: “/b/ August 21, 15”.

I commenti diffidenti e le domande interessate degli utenti si susseguono e si accavallano. Trascorrono pochi minuti ed ecco una nuova fotografia. Altrettanto raccapricciante. L’anonimo scrive: “This is from before I played with her”. “Questa l’ho scattata prima di giocare con lei”. La foto ritrae il corpo di una donna innaturalmente piegato su se stesso all’interno di una scatola di cartone, nella quale sono disposti alla rinfusa pantaloni ed abiti maschili. Della donna si scorgono solo i glutei e le gambe – livide – piegate in modo del tutto forzoso all’interno dello scatolone. Un minuto dopo la pubblicazione di questa foto, l’anonimo scrive: “I developed them”, “le ho sviluppate io”. Segue una seconda foto: alle due foto della donna morta e gettata nella scatola si aggiunge una istantanea di un’altra ragazza in vita, sorridente, seduta su un letto, la gamba sinistra piegata e sollevata. La medesima ragazza del post precedente? I volti, ad un primo esame superficiale, si assomigliano. I neri capelli, però, sono più corti rispetto alla foto precedente. Si tratta, come molti ipotizzano, di due vittime diverse?

Non è tutto: sovrapposta alla foto già pubblicata della donna costretta nella scatola, si scorge in modo parziale un volto, presumibilmente femminile, in apparente stato di decomposizione. Gli occhi, il naso, la pelle ormai compromessa.

Gli utenti si dividono: chi afferma di voler avvertire l’FBI, chi continua a considerare l’anonimo un troll, chi, invece, si presta al gioco. Dopo la pubblicazione della foto della donna costretta nella scatola di cartone, il presunto omicida seriale scompare. Inizia, pertanto, una caccia all’uomo virtuale. Gli utenti avanzano le più disparate ipotesi. Si ipotizza che questo ignoto sia venuto in possesso di foto di scene del crimine sottratte alla polizia. Un figlio di un investigatore, pensa qualcuno. Ma queste ipotesi appaiono inverosimili: le foto sono prive di riferimenti segnaletici, la luminosità e la risoluzione delle stesse non è ottimale, a testimoniare la fattura amatoriale ed intima delle fotografie in questione.

Gli internauti, a questo punto, uniscono le forze. Si riesce, così, a conferire una precisa identità alla prima ragazza ritratta in foto, la protagonista della “graduation photo”, la foto del diploma. Si chiama Shauna Maynard, 17 anni, scomparsa il 31 dicembre 1997 da Norco, California. Il 21 aprile 1998, il suo corpo viene ritrovato tra Blue Diamond Road e Decatur Blvd, Las Vegas, Nevada. Il 24 aprile 1998, il “Las Vegas Sun” scriveva: “The body of Shauna Maynard, 17, was found Tuesday morning. She was dead at the scene. She had been shot several times, police said. Maynard was reported missing on Dec. 31 and was believed to be a runaway from Norco, Calif., police said”.

La domanda, a questo punto, sorge naturale: la donna senza vita ritratta in foto è davvero Shauna Maynard?

E cosa dire della seconda ragazza, il cui presunto cadavere appare costretto all’interno di uno scatolone di cartone? Ebbene, di questa donna non sappiamo, al momento, nulla.

Dopo giorni di silenzio, il presunto serial killer torna a farsi sentire. E lo fa ancora sulle colonne di 4chan, /b/ – Random.

È il 22 settembre 2015. Stesso copione ma vittima maschile. Il foglio bianco recita: “Sono tornato! /b/   9/22/15”. Il post è assai conciso: “dying dying”, ossia “morire, morire”. Allegata al post, una foto che ritrae un uomo a torso nudo, il volto sanguinante e sofferente. L’uomo porta un pizzetto ed una collanina. Una striscia di carta, applicata sulla foto,  copre gli occhi, così da poter celare il volto della vittima. Trascorrono otto minuti: l’anonimo e presunto serial killer posta una seconda foto. Il post recita: “dead”, “morto”. Appare una nuova foto dell’uomo: il dettaglio sul viso a testimoniare la apparente morte dell’uomo. Ancora la striscia di carta a celare il volto. A destra, coperta dalle due foto dell’uomo prima morente e poi deceduto, si intravede una terza foto: il corpo di una donna, con la maglietta alzata a scoprire un reggiseno nero. Con ogni probabilità, si tratta del cadavere della donna le cui foto erano state pubblicata dal soggetto ignoto nell’agosto del 2015.

Pochi minuti più tardi, il presunto serial killer pubblica un nuovo post: “Tornerò tra un mese per finire il nostro gioco. Se la data non è aggiornata, non sono io”. Allegata, vi è una strana foto: un uomo con un indosso un passamontagna rosso, occhiali da sole. In mano, una sorta di fucile.

Del presunto serial killer si perdono le tracce. Tutto tace. Difficile valutare con rigore questa vicenda. Una storia che si nutre di realtà e dubbio. Una burla ben congeniata o, al contrario, un abile serial killer che sfida, spavaldamente, la globale platea del web e gli investigatori? Il dubbio, al momento, permane.

A far da sfondo a questa ambigua, intricata vicenda che cammina sul quel labile confine che separa realtà e leggenda metropolitana, 4chan. Un autentico mercato in cui il genere umano riversa passioni e perversioni: Un contenitore senza fondo, vincoli e censure di esibizionismo, voyeurismo, mitomania. Un sito web in cui un reale assassino – David Kalac – ed un presunto e mai appurato omicida seriale possono pubblicare foto di cadaveri, foto di persone uccise. 4chan, del resto, si pone in quella fascia a metà strada tra il web di superficie – quello, cioè, indicizzato dai più comuni browser e motori di ricerca (Google, Explorer, ecc.) – ed il Deep Web comunemente inteso, accessibile solo tramite appositi browser (su tutti, Tor). 4chan, dunque, galleggia in quel limbo in gergo denominato “Bergie Web”, l’ultimo livello – già abbondantemente sommerso, buio ed oscurato – del web normalmente accessibile.

Internet quale prediletta e privilegiata frontiera dell’esibizionismo criminale. Scrigno, spesso imperscrutabile, di segreti ed enigmi. L’abisso umano a portata di computer.

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