
Natascha Kampusch è ormai una donna. Ma quando aveva 10 anni è stata rapita da un uomo di 35 anni, Wolfgang Priklopil, ed è fuggita solo otto lunghi anni dopo.
Dopo la sua fuga ha scritto il libro “3096 giorni”, in cui descrive la sua prigionia. L’ho appena finito e lo consiglio vivamente.
Descrive prima l’infanzia di Natascha, la sua vita e il suo carattere prima del rapimento. Ti fa conoscere la Natascha bambina, insicura di sé che decide che è arrivato il momento di crescere e di andare a scuola da sola.
Ti racconta poi il suo rapimento, i pensieri che le passavano per la mente mentre il rapitore la portava via, in un luogo sconosciuto.
Poi entri nel vivo del libro e Natascha ti racconta la sua vita quotidiana con il rapitore, fatta di periodi diversi, con comportamenti diversi: da rapitore quasi premuroso ad maniaco del controllo e a maniaco violento.
Nonostante ciò, il suo rapitore era l’unica persona con la quale aveva contatti e sviluppa con lui un rapporto speciale, che determinerà la sua sopravvivenza.
Un libro che fa riflettere non solo sulla vicenda, ma anche sulla percezione che la società ha del Bene e del Male.