Il Diabolus in Musica, conosciuto anche come Tritono, è un intervallo musicale che prevede una pausa di tre toni fra una nota e l’altra. Viene a crearsi un suono dissonante, uno stridore che potremmo paragonare a un grido, un cigolio notturno, un pendolo solitario, a seconda degli utilizzi. Per questo motivo, il Tritono, a partire dal Medioevo, si è conquistato la fama di Diavolo in Musica.
Diabolus in Musica: la leggenda del Tritono
mi contra fa est diabolus in musica
Da questa breve frase, attribuita a Guido d’Arezzo, pioniere della moderna teoria musicale, si dirama la storia leggendaria dell Tritono. Siamo sulla cresta dell’anno Mille e i sistemi musicali dell’epoca sono ben diversi dai nostri. Guido non parla dello “scontro” fra le note Mi e Fa. Il monaco ammonisce semplicemente l’uso del Tritono. Esso genera, a suo parere, una disarmonia insopportabile per orecchie umane.
Bisogna ricordare il ruolo della musica in una Chiesa che ne deteneva lo studio e la diffusione. Non è raro leggere mirabolanti apoteosi dell’arte musicale da parte di teologi ed ecclesiastici. La musica, senza corpo e pura armonia, non poteva che rimandare a Dio, spesso con più efficacia della stessa dottrina.
Ma se un accordo in tre parti, come il Tritono, che solo a leggerlo porta alla mente la Santa Trinità, gelava il sangue degli ascoltatori, allora qualcosa non andava. Si diffuse la superstizione che il Diabolus in Musica fosse effettivamente un artificio del demonio, una sorta di malefico zampino contro la divina arte compositiva. Inutile dire che si bollò il Tritono come accordo proibito più per la sua difficoltà – soprattutto nel cantato – che per moniti religiosi.
Esempi di Diabolus in Musica
Quando uno strumento viene proibito, con ogni probabilità, ci saranno orde di coraggiosi pronti a fare dell’eresia il proprio cavallo di battaglia. Al di là degli esempi meno provocatori, come nel caso di Carlo Gesualdo e di Beethoven, a partire dal XVIII secolo, assistiamo a un’esplosione di Diabolus in Musica. Il demonio entra a far parte della cultura musicale, grazie anche all’influenza della letteratura – dove la figura di Satana principalmente si sviluppa.
Il demonio in persona, affermò Giuseppe Tartini, mi ha suggerito in sogno una melodia di straordinaria bellezza. Si tratta del Trillo del Diavolo, un vero manifesto di armonia oscura.
Caso eclatante è quello di Franz Liszt, più volte oggetto di speculazione leggendaria. Curiosi e appassionati hanno portato avanti bizzarre interpretazioni sulle sue composizioni più perturbanti, come la dedicatoria all’Inferno dantesco e le composizioni in onore del Faust di Goethe. Sarà un caso che il Diabolus in Musica segni il passo del celebre Valzer di Mephisto?
Immancabile anche Una notte sul Monte Calvo di M. Mussorgsky. Chi di voi abbia visto almeno una volta Fantasia di Walt Disney, ricorderà la sequenza semi-apocalittica del diavolo. A fare da sottofondo è proprio questo lavoro musicale, una vera concatenazione di Diabolus in Musica.
Demoni, spiriti e streghe per la serie della Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz. Il Diabolus in Musica è protagonista indiscusso nel quinto movimento: Sogno di una notte di Sabba.
Cito infine la composizione più famosa quando si tratta, almeno, del lato oscuro della musica classica: la Danza Macabra di Camille Saint-Saëns. Pochi aggettivi sono in grado di descrivere la magnificenza di questo pezzo che del Diabouls in Musica fa la sua cadenza.
Diabolus in Musica ai giorni nostri
Prokofiev e le Suggestioni Diaboliche, Dvorak e il Sabba delle streghe, Grieg con la sua Al Diavolo. Il Tritono è passato tra le mani dei compositori maggiori per approdare ai generi più diversi. Lo si trova tanto nel musical West Hide Story, senza alcuna implicazione sovrannaturale, quanto nei Black Sabbath. Grazie a questi ultimi, gli intervalli del Diabolus in Musica hanno dato pane alle scale non solo del metal, ma della musica gotica in generale.
Avreste mai detto che anche la sigla dei Simpson si avvale del Diabolus in Musica? Danny Elfman, il fidato compositore di Tim Burton, scandì l’opening del celebre cartoon su una sequenza di note dissonanti, capace quasi di sillabare il cognome della famiglia protagonista.
Per quanto leggendaria, la sola formula Diabolus in Musica conserva sempre un grande fascino. Gli Slayer prendono il titolo del loro settimo album dalla fama oscura del Tritono. Ma non è tutto. Un gruppo musicale spagnolo, all’idea di Guido d’Arezzo, deve persino il nome intero della band.
Silvia Tortiglione
Mi perdoni, ma “mi-fa” non è un tritono è una seconda minore e tritono non vuol dire che si parla di un accordo “in tre parti”, per tritono si intendono due suoni a distanza di tre toni interi dal più grave al più acuto, cioè un intervallo complessivo di quarta eccedente (non scendiamo nel dettaglio che potrebbe essere un po’ complicato), intervallo particolarmente dissonante se le due note vengono suonate insieme e un tantino ostico dal punto di vista melodico se vengono emesse una dopo l’altra, suonate o cantate che siano. Inoltre quella distanza fra loro non è corretto definirla una “pausa di tre toni”. Una pausa in musica è una cosa molto precisa e diversa e cioè un momento di assenza di suono nel procedere del pezzo, o di una singola parte strumentale o vocale fra quelle che lo compongono. Riguarda la dimensione del tempo che scorre e della presenza o assenza di suono. La definizione di tritono è relativa invece alla distanza spaziale che le due note che lo compongono hanno dal punto di vista della loro frequenza, della loro altezza dal grave all’acuto lungo la scala dei suoni, non di quando e come vengono suonate. Il bicordo Si-Fa resta un tritono anche se le due note vengono emesse insieme. Bello comunque che qualcuno si occupi online di argomenti così particolari.
Grazie Corrado per la precisazione! Io non sono esperta di musica, ma forse l’autrice ha voluto semplificare un po’ i termini per far capire meglio al pubblico dei concetti difficili da comprendere per chi non è del settore.
Grazie ancora per aver chiarito il concetto.