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Anthony Hardy lo Squartatore di Camden

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Anthony Hardy
Squartatore di Camden

Anthony Hardy è un serial killer inglese, colpevole di avere ucciso almeno 3 prostitute, anche se il numero delle vittime potrebbe essere maggiore.

La scoperta dei corpi

È il 30 dicembre 2002, Londra. Fa molto freddo e l’inverno è un periodo particolarmente difficile per le persone che si ritrovano a vivere per strada. Oltre al freddo, poi, c’è il problema del cibo, difficile da trovare senza soldi. Per questo molti senzatetto si ritrovano a frugare fra i bidoni della spazzatura dei locali della città, nella speranza di trovare un boccone per sfamarsi.

È uno di questi senzatetto che, mentre rovista nel cassonetto di un pub, scopre qualcosa di inquietante: sono resti umani. L’uomo chiama la polizia e le indagini iniziano, portando dritti a Hardy che verrà arrestato una settimana più tardi. Nel suo appartamento verranno trovate altre parti dei corpi delle vittime.

Anthony Hardy

Ma chi è Anthony Hardy? Al momento dell’arresto ha quasi 52 anni e un passato burrascoso. Nonostante la sua infanzia e adolescenza passino apparentemente tranquille, durante gli anni della giovinezza le persone che gli sono vicine iniziano a capire che qualcosa non va.

Si sposa negli anni ’70 con una compagna di classe e insieme si trasferiscono in Tasmania, Australia, dove crescono i loro 4 figli, due maschie e due femmine.

Nel 1982 il primo incidente documentato: Hardy cerca di uccidere la moglie prima colpendola in testa con una bottiglia e poi cercando di affogarla nella vasca da bagno. In seguito all’incidente la moglie non sporge denuncia, ma Hardy viene ricoverato in un ospedale psichiatrico, dove rimarrà alcune settimane. Una volta uscito, sia lui che Judith, insieme ai bambini che ora sono sotto la custodia della madre, torneranno in Inghilterra e divorzieranno nel 1986.

La vita in Inghilterra non migliora e Hardy inizia a stakerare la ex moglie. Per questo viene arrestato e ancora una volta entra in un ospedale psichiatrico, dove gli viene diagnosticata la neuropatia periferica.

Dopo esserne uscito fa uso di alcol e droga, compie piccoli furti e si rende protagonista di qualche rissa. Negli anni ’90 le cose non vanno meglio, non ha una casa e passa le notti in ostelli. L’alcol e la droga non fanno che peggiorare i suoi squilibri mentali.

Nel 2000 si trasferisce in un monolocale popolare, ma non si calma. Si rende protagonista di atti di vandalismo e nel 2002 i suoi vicini chiamano la polizia perché pensano che qualcosa di poco chiaro stia succedendo nel suo appartamento.

Il ritrovamento dei corpi

Squartatore di Camden

La polizia trova nella sua camera da letto il cadavere di una donna, la cui morte verrà determinata come causa di un attacco cardiaco. A dicembre dello stesso anno, però, un senzatetto trova dei resti umani fra la spazzatura. Avvisa la polizia e Hardy viene arrestato una settimana dopo.

Le indagini riveleranno che anche la donna trovata mesi prima nel suo appartamento era una delle sue vittime.

Le tre vittime erano prostitute, verso cui Anthony Hardy aveva un’ossessione. Il monolocale non era stato scelto a caso, ma proprio perché vicino ad un luogo abitualmente frequentato dalle prostitute. Inoltre, l’uomo aveva un’ossessione per il sesso, volendo dominare le donne.

Modus Operandi

Avvicinare le sue vittime e attirarle in casa sua, dato il loro lavoro, non era stato affatto difficile. Tutte le vittime sono state poi strangolate e violentate post mortem. Dopo averle uccise, Hardy scattava loro delle foto, mettendo i corpi in posizioni che lui riteneva eccitanti.

Poi squartava le vittime e si disfava di alcune parti del corpo gettandole nella spazzatura, mentre ne conservava della altre, probabilmente come trofeo.

La confessione e la condanna

Nonostante Anthony Hardy tenti inizialmente di negare il suo coinvolgimento nelle morti delle tre donne, alla fine confessa, dicendo però che le donne sono morte durante dei rapporti sessuali consenzienti, ma un po’ violenti.

Hardy viene però giudicato come una persone bugiarda e inaffidabile e viene condannato all’ergastolo nel 2003. Ufficialmente la condanna si riferisce alle 3 donne ritrovate, ma altri corpi ritrovati nei dintorni nello steso periodo suggeriscono che le vittime dello squartatore di Camden possano essere state addirittura nove.

Perché un uomo violento, mentalmente instabile, con diversi precedenti era ancora libero? Questo massacro si sarebbe potuto evitare? Dicci la tua nei commenti qui sotto

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