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Takahiro Shiraishi e il patto suicida di Zama

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Il 31 ottobre del 2017 sono stati ritrovati 9 corpi smembrati in una casa in Giappone. L’inquilino della casa è il ventisettenne Takahiro Shiraishi che è stato arrestato dopo la macabra scoperta. L’uomo avrebbe confessato di avere ucciso 9 persone e di averle smembrate per nasconderne i corpi. Le parti dei cadaveri sono state ritrovate dalla polizia in tre freezer.

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La scoperta dei corpi smembrati

La polizia giapponese è arrivata alla casa di Takahiro dopo un’indagine riguardante la scomparsa di una ragazza di 23 anni. La donna aveva espresso il desiderio di suicidarsi sui social media e successivamente era entrata in contatto con Takahiro.

Il luogo in cui si sono svolti i fatti è una zona tranquilla: un quartiere residenziale, tranquillo con un asilo proprio vicino alla casa di Takahiro. I vicini raccontano che hanno iniziato a sentire un cattivo odore provenire dall’appartamento del ragazzo subito dopo che vi si era trasferito.

Takahiro Shiraishi

Il giovane assassinava persone inclini al suicidio, che scovava grazie ad un account Twitter chiamato “hanging pro” (professionista dell’impiccagione). Otto delle nove vittime erano donne e Takahiro Shiraishi ha confessato di avere abusato sessualmente di loro prima di ucciderle.

L’immagine del suo profilo Twitter è un personaggio disegnato nello stile manga che presenta segni di corda sul collo e sui polsi, oltre ad avere un cappio al collo. Il profilo spiega di come lui voglia “aiutare” le persone che stanno soffrendo, invitandole a contattarlo in qualsiasi momento. Una volta contattato, rispondeva ai messaggi con la frase “uccidiamoci insieme”.

Il giovane si assicurava però che le sue vittime non dicessero niente alla propria famiglia o ai propri amici perché non sarebbe stata una cosa giusta fare loro sapere di stare per morire.

Prima di trasferirsi a Zama, una città nel sudest di Tokyo, Takahiro lavorava come “Kaori Scouto” a Kabukicho (uno dei maggiori quartieri a luci rossi di Tokyo), una specie di “talent scout” il cui compito era di attirare delle ragazze per farle lavorare nei bordelli della città.

Le motivazioni di Takahiro Shiraishi

Takahiro Shiraishi

Takahiro avrebbe confessato alla polizia che i motivi principali per cui uccideva le sue vittime sarebbero stati il denaro e il sesso. Le vittime di sesso femminile sono infatti state prima stuprate e una di loro gli aveva prestato una somma pari a circa 3.000 euro.  Il ragazzo avrebbe sempre mostrato interesse verso lo strangolamento, tanto che alcuni suoi ex compagni delle scuole superiori ricordano di come facesse giochi di soffocamento.

Il suo attaccamento ai soldi si evince anche dal fatto che, intervistato, era disposto a rilasciare dichiarazioni solo dietro lauto compenso anche se poi, una volta che le varie testate giornalistiche si sono rifiutate di pagare, ha comunque raccontato un po’ della sua storia.

Arresto

Takahiro non ha mai mostrato pentimento, anzi, si è detto dispiaciuto solo di non avere spento il telefono della sua ultima vittima, il cui segnale ha portato la polizia all’appartamento del giovane.  Quando la polizia ha chiesto al giovane se non provasse rimorso per le persone uccise e per il dolore che aveva causato alle loro famiglie, il killer giapponese ha risposto che lui aveva tracciato una linea fra le persone a cui teneva e le altre persone.

Una donna che è stata sua coinquilina per tre mesi, infatti, ha dichiarato che sì, Takahiro aveva una strana ossessione per la morte, ma era uno dei ragazzi più gentili che lei avesse mai conosciuto.

Dopo l’arresto, il giovane è stato sottoposto a 5 mesi di valutazione psichiatrica per sapere se potesse essere ritenuto capace di intendere e di volere.

Data l’enorme quantità di prove, il processo sarà lungo ed è ancora in corso.

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