La crocifissione è stata un metodo di esecuzione molto usato nell’antichità ed è sicuramente uno dei metodi che provocano più dolore in assoluto, anche perchè la morte, con questo metodo, può sopraggiungere anche dopo diversi giorni. La crocifissione prevede molte varianti, a partire dalla forma della croce.
Questo metodo di esecuzione è stato largamente usato nell’antichità, ma purtroppo a volte viene ancora usato in alcuni Paesi.
Tecniche di esecuzione della crocifissione
La crocifissione è un metodo di esecuzione terribile. Il dolore è straziante e veniva usata proprio per questo: come deterrente.
Vedere una persona su una croce che muore di stenti fra atroci dolori che durano giorni, forse fa sì che gli spettatori ci pensino due volte prima di commettere un reato a loro volta.
Oltre ad essere molto dolorosa, la crocifissione era anche un metodo umiliante dato che si veniva crocifissi nudi. Nonostante nei dipinti si raffiguri la vittima con le parti intime coperte, questo nella realtà non avveniva.
I tipi di croce
Ci sono molti tipi di croce:
- Il primo è semplicemente un palo infilzato nel terreno a cui il condannato veniva legato, con le braccia tese verso l’alto.
- Poi c’era la croce con due pali, uno dei quali appoggiato orizzontalmente subito sopra il palo verticale, andando a formare una croce a T.
- Questo palo orizzontale poteva a volte essere messo appena sotto l’estremità più alta del palo verticale, formando la croce che tutti conosciamo.
- Poi c’era la croce a X
- E infine la croce a Y
Nel caso di una croce a due pali, al condannato veniva fatto spesso portare il palo più corto, quello orizzontale che poteva pesare fino a 45 chili, fino al luogo dell’esecuzione. Poi veniva sistemato sul palo più piccolo e solo successivamente issato sul palo verticale.
Le torture sulla croce
Una volta che il condannato veniva messo sulla croce, con le mani e i piedi legati da una corda o inchiodati, poteva subire anche altri tormenti.
Uno dei più comuni era quello di venire impalato nella zona dell’inguine. Altre poteva includere semplicemente tormenti con le lance o tagli sul corpo.
Come sopraggiungeva la morte per crocifissione
Come accennavo prima, un prigioniero poteva sopravvivere anche per diversi giorni sulla croce, prima di morire.
La sopravvivenza dipendeva da vari fattori:
- Dal metodo di crocifissione
- Dallo stato di salute del condannato
- Dall’ambiente (temperatura)
La morte di solito sopraggiungeva per asfissia, per ipovolemia (diminuzione del volume del sangue) o per embolia polmonare.
Quando volevano prolungare il dolore si assicuravano di mettere un sostegno sotto ai piedi della persona crocifissa, per dargli un punto d’appoggio. In questo modo il corpo evitava di scivolare verso il basso, portando all’asfissia e quindi a una morte “veloce”.
Quando poi i boia avevano deciso che il condannato poteva morire, allora gli frantumavano le ossa delle gambe con delle mazze per far cadere il corpo e provocare l’asfissia.Altre volte invece gli infilzavano il cuore con una lancia, altre volte accendevano un fuoco alla base della croce per asfissiarlo con il fumo.
Dopo la morte il corpo veniva lasciato sulla croce affinché il popolo lo vedesse per qualche giorno.
Tuttavia la crocifissione non era in uso solo nell’Antica Roma, ma anche in Oriente, come ad esempio in Giappone e nel Medio Oriente.
La crocifissione oggi
Purtroppo la crocifissione è ancora contemplata in alcuni paesi come pena capitale, anche se non usata, e usata in altri.
Alcuni esempi di paesi in cui la crocifissione è stata usata negli anni 2000 sono:
- il Myanmar
- l’Iraq
- l’Arabia Saudita
- la Siria
- L’Ucraina
E’ inoltre legale negli Emirati Arabi Uniti, in Iran e in Sudan.
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