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La morte sul rogo

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Quando pensi alla morte sul rogo, il pensiero ti va immediatamente alla caccia alle streghe del ‘500 e ‘600. Ho indovinato?

Devi sapere però che la morte sul rogo era prevista dal codice di Hammurabi, il famoso sovrano babilonese, già nel 1800 a.C.

Esecuzione della pena capitale del rogo

Non esistono molte varianti della morte sul rogo. Essenzialmente l’unica variante era l’intensità del fuoco:

  • Fuoco alto: quando a essere condannate erano molte persone nello stesso momento, il fuoco era maggiore e le vittime morivano più che altro per asfissia causata dal fumo, più che per le ustioni.
  • Fuoco basso: quando invece era una sola persona ad essere giustiziata, il fuoco poteva essere basso e questo comportava un tempo di morte più lungo. In questo caso, infatti, la morte avveniva a causa dell’eccessiva perdita di liquidi dovuta alle ustioni, all’infarto per calore o alla decomposizione degli organi vitali dovuta al calore.

Si hanno testimonianze dell’uso della morte sul rogo come pena capitale in Babilonia e nell’Antico Egitto già nel 1900 a.C e 1800 a.C, ma anche nella tradizione Assira ed Ebraica.

Il rogo nell’Antica Roma

Anche nell’Antica Roma era usato il rogo come pena capitale e in alcune occasioni veniva usata la Tunica Molesta.

Questa pratica prevedeva che il condannato venisse legato a un palo con indosso una tunica cosparsa di pece. Una volta legato, i boia cominciavano a fargli colare resina o grasso incandescenti sul volto e per essere certi che non abbassasse la testa, gli venivano posti dei chiodi sotto al mento.

Veniva poi dato fuoco alla tunica, cominciando il rogo direttamente sulla pelle del condannato.

Questo metodo veniva usato spesso anche per giustiziare i martiri cristiani.

Il rogo e le streghe

Durante il medioevo il rogo è stato invece largamente usato per bruciare streghe ed eretici.

Non solo, in Spagna venivano bruciati i musulmani e gli ebrei che non si erano voluti convertire al cristianesimo o quelli che lo avevano fatto ma non avevano convinto l’Inquisizione.

Una delle condanne più famose per eresia è quella di Giovanna D’Arco. Dai racconti che ci sono pervenuti è stata bruciata da sola e non le era stata usata la cortesia, come a volte si faceva, di farle perdere i sensi o di soffocarla prima di farla bruciare.

La Pulzella bruciò quindi viva, a 19 anni, sentendo tutto il dolore delle fiamme che le lambivano il corpo e gridando in mezzo al fuoco fino a morire.

L’ultima condanna al rogo è stata ordinata nel 1835, ma probabilmente non è mai stata portata a termine. L’ultima persona a morire sul rogo è stata Johannes Thomas, nel 1804.

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