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Schiacciamento da elefante

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Lo schiacciamento da elefante è stata una forma di pena di morte in uso nel Sud e Sudest Asiatico, come India e Sri Lanka, ma gli elefanti sono stati usati anche in Occidente sia in guerra sia come pena capitale.

Metodo di esecuzione

Gli elefanti venivano addestrati a uccidere i criminali condannati alla pena di morte in vari modi. Erano in grado di uccidere subito la vittima, calpestandole la testa, oppure potevano farla soffrire provocandole gravi danni.

Grazie a questa abilità, lo schiacciamento non era usato solo come pena capitale ma anche come tortura. 

L’elefante era scelto per la sua docilità e facilità di addestramento ma anche perchè rappresentava il potere regale, mandando un messaggio chiaro ai criminali: il sovrano li avrebbe uccisi.

Il cavallo invece poteva essere addestrato per caricare in guerra, ma non è mai stato possibile obbligare questi animali a calpestare qualcuno di proposito. 

Nonostante gli elefanti africani siano più grandi di quelli asiatici, sono molto più difficili da addomesticare ed è per questo che in Africa non venivano usati a questo scopo.

In un racconto pervenutoci dal marinaio inglese Robert Knox, del 1681, sappiamo anche che a volte nelle zanne venivano inseriti pezzi di ferro con i quali l’elefante impalava la vittima.

Dopodiché la scaraventava a terra e la squartava. Altre volte invece venivano messe delle lame sotto alle zampe dell’animale per far calpestare, e quindi anche squartare, i condannati a morte.

Storia dello schiacciamento da elefante

Nel 1850 un diplomatico inglese, Henry Charles Sirr, fece visita a uno degli elefanti usati dall’ultimo re di Kandy, in Sri Lanka.

Nonostante lo schiacciamento da elefante venne abolito dagli inglesi nel 1815, dopo che ebbero colonizzato la zona, l’elefante del re usato per le esecuzioni era ancora vivo e ricordava ancora il suo lavoro.

Sirr racconta che quando furono a vedere l’animale il suo accompagnante gli diede l’ordine di “uccidere il criminale”. L’elefante allora sollevò la proboscide come se stesse afferrando una persona e fece il gesto di metterla per terra, davanti a sé.

Poi usava le zampe per schiacciare quelli che sarebbero stati gli arti del criminale per qualche minuto. Poi gli venne dato l’ordine di “finire il lavoro” e l’elefante usò le zampe per calpestare con forza il punto in cui si sarebbero trovati il torace e la testa del giustiziato.

Questo prova quanto gli elefanti siano animali intelligenti e dotati di ottima memoria.

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