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Sharon Lopatka – torturata e uccisa per sua scelta

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Hai letto bene: Sharon Lopatka ha scelto di essere torturata e uccisa. Il suo rappresenta infatti un caso di omicidio consensuale.

Sharon Lopatka

Sharon nasce nel 1961 negli Stati Uniti ed è la prima di quattro sorelle. I compagni di scuola la ricordano come una ragazza normale, brava negli sport e membro del coro della scuola.

Si diploma nel 1979 e nel 1991 Sharon sposa l’operaio edile Viktor. In molti vedono quel matrimonio come una forma per la donna di evadere dalla sua vita che, forse, le stava un po’ stretta. I genitori, infatti, non approvavano il suo matrimonio.

Dopo le nozze Sharon Lopatka si trasferisce insieme al marito nello stato del Maryland. Nei primi anni ’90 inizia a fare pubblicità via internet per cercare di guadagnare qualche soldo extra e gli affari le vanno bene. Apre diversi siti in cui vende le cose più disparate, da sedute di tarocchi a manuali di decorazione per la casa.

Le perversioni di Sharon

Internet diventa anche una valvola di sfogo per i desideri sessuali di Sharon, ritenuti strani dalla società.

Inizia vendendo la sua biancheria intima usata, poi inizia a frequentare con degli alias le chat pornografiche di siti come fetishfeet.com o sexbondage.com. Le persone presenti in queste chat avevano feticci per i piedi, il bondage, ma anche per il sadomasochismo e la necrofilia.

Dopo la sua morte sono stati scoperti più di 50 messaggi in cui Sharon esprimeva il suo desiderio di essere torturata a morte.

E proprio tramite internet che Sharon incontra il suo futuro aguzzino, Bobby Glass.

Bobby Glass

Robert Glass, detto Bobby, lavorava come analista informatico per una contea nello stato del North Carolina. Sposato e con due figli, si separerà dalla moglie quando questa scoprirà che il marito frequenta chat pornografiche dove scrive di contenuti violenti.

Sharon conoscerà Bobby in una chat pornografica nel 1996 e gli confesserà il suo desiderio di essere torturata a morte.

L’omicidio

Il 13 ottobre 1996, Sharon dice al marito che si recherà in Georgia per incontrare dei conoscenti, poi lascia un messaggio in cui dice che non farà ritorno a casa e che se il suo corpo non verrà ritrovato, di sapere che lei si trova in pace.

La donna si dirige invece in North Carolina per incontrare Bobby.

Tre giorni dopo il suo arrivo nella roulotte di Bobby, Sharon muore.

Quando il marito trova il biglietto lasciato dalla moglie, allerta la polizia che riesce facilmente a risalire a Bobby.

Indagini

In seguito al ritrovamento delle e-mail scambiate fra Sharon e Bobby, la polizia perquisisce la casa dell’uomo. Di Sharon però nessuna traccia.

In casa di Bobby vengono però ritrovati alcuni effetti personali di Sharon, della droga, strumenti per il bondage, droga, delle riviste pedopornografiche e una pistola. Successivamente, poco distante dalla roulotte, viene ritrovato un corpo e Bobby viene arrestato.

Interrogato, Bobby dirà che l’omicidio è stato un incidente: aveva stretto la corda attorno al collo di Sharon, ma non voleva ucciderla.

L’autopsia sul corpo della donna sembra confermare che la morte potrebbe essere stata accidentale. Le e-mail in cui Sharon chiedeva di essere torturata a morte, però, non lasciano dubbi.

Processo

Bobby si dichiara colpevole dell’accusa di omicidio colposo il 27 gennaio del 2000 e viene condannato a servire da 3 a 4 anni e mezzo più da 21 a 26 mesi per sfruttamento di minori.

Bobby muore il 20 febbraio 2002 di attacco cardiaco, 2 settimane prima del suo potenziale rilascio.

Questo caso è stato uno dei primi in cui le prove contenute in un’e-mail hanno permesso di arrestare un colpevole.

La vicenda ha ispirato il film del 2008 “Downloading Nancy”.

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