Leonarda Cianciulli è stata una serial killer italiana, conosciuta come la saponificatrice di Correggio in quanto trasformò almeno una delle sue vittime in sapone.
Biografia della saponificatrice
Leonarda nasce nel 1894 a Montella, in provincia di Avellino, dove nonostante la famiglia povera vive un’infanzia tranquilla.
Nel 1917 sposa un impiegato del catasto del paese suscitando l’ira dei genitori che la volevano in sposa ad un suo cugino.
Nonostante il parere contrario Leonarda si sposa con Raffaele e successivamente si trasferiranno a Potenza.
La Cianciulli da quel momento interrompe tutti i contatti con la madre e questo la segna profondamente.
Dal 1921 fino al 1930, data in cui si stabiliscono a Correggio, si trasferiranno molte volte a causa delle voci che girano sul conto di Leonarda:
è una donna impulsiva, ribelle all’autorità del marito, di facili costumi e dedita alla truffa.
Le prove di questi suoi comportamenti sono nelle varie denunce a suo nome per truffa e violenza e addirittura delle reclusioni in carcere.
Leonarda avrà 4 figli ma prima di essi dovrà soffrire 3 aborti spontanei e 10 morti nella culla, sorte che le era stata predetta da una zingara che una volta le disse che si sarebbe maritata e avrebbe avuto figli ma nessuno sarebbe sopravvissuto.
Dopo l’incontro con una strega locale però sarebbe stata in grado di dare alla luce i suoi quattro figli, che avrebbe protetto a qualsiasi costo.
La nuova vita
Decise quindi di aprire un piccolo negozio di mobili e vestiti per aiutare il marito e gli affari cominciarono ad andare bene.
Nel 1939, allo scoppio della guerra, mentre la figlia femmina e i due più piccoli non corrono rischi, il più grande rischia di essere chiamato al fronte e questo getta Leonarda nel terrore più totale.
Ricordando di come la strega aveva interrotto la maledizione della zingara, decise di ricorrere alla magia per salvare il figlio, facendo dei sacrifici umani.
Leonarda è benvoluta da tutti in paese e accoglie spesso in casa visitatori che intrattiene con aneddoti e pasticcini. Fra questi vi sono 3 signore ormai anziane e sole, stanche della loro routine, che Leonarda farà cadere nella sua trappola.
Gli omicidi
La prima vittima fu Faustina Setti alla quale Leonarda disse di avere trovato un marito per lei a Pola. Le consigliò di vendere tutto ma di non dire niente a nessuno per non suscitare invidie. Il giorno della partenza Faustina si recò da Leonarda che la convinse e aiutò a scrivere delle cartoline in cui diceva ad amici e parenti di stare bene. Dopodiché la uccise con un’ascia, la trascinò in uno stanzino, la sezionò in nove parti e raccolse il suo sangue.
Saponificò il corpo e ne gettò i resti in un pozzo nero, poi fece seccare il sangue, lo polverizzò e lo usò come ingrediente per i pasticcini che offriva alla gente.
Mandò poi il figlio più grande, Giuseppe, a Pola a imbucare le lettere della vittima.
La seconda vittima era Francesca Soavi che cercava un lavoro fuori da Correggio. Leonarda le disse di averle trovato un lavoro a Piacenza ma di non dire niente a nessuno e, quando Francesca venne a salutarla il giorno della partenza, le fece scrivere delle cartoline e la uccise con l’ascia.
Mandò poi il figlio a Piacenza per imbucare le lettere e disse in paese di essere stata incaricata da Francesca a vendere tutti i suoi averi.
La terza vittima si chiamava Virginia Cacioppo. Anche lei venne abbindolata con la promessa di un lavoro a Firenze dietro promessa di non dire niente a nessuno e il 30 settembre 1940 si recò da Leonarda per salutarla.
Anche Virginia venne uccisa e disciolta con la soda caustica ma dato che la sua pelle era bianca e grassa, aggiunse ala pentola del profumo e ne ricavò saponette che regalò ad amici e vicini oltre che a usarne il sangue per i suoi dolci.
La cattura
Fu proprio a causa di Virginia che Leonarda venne sospettata. La cognata della Cacioppo, non avendo più sue notizie, decide di avvisare la polizia che sospetta subito di Leonarda in quanto amica non solo della Cacioppo ma anche di altre due persone scomparse.
La Cianciulli nega di avere niente a che fare con questa storia, aggredendo i poliziotti e finendo quindi arrestata. La interrogano ma lei nega tutto. Dopo aver trovato un buono del tesoro della Cacioppo usato da Leonarda, finalmente confessa solo l’ultimo omicidio e solo dopo molti estenuanti interrogatori confesserà anche gli altri due omicidi, fornendo i particolari.
Il figlio venne considerato complice e per questo farà 5 anni di galera prima di venire scarcerato per insufficienza di prove.
Il processo
Durante il processo l’accusa sosteneva che Leonarda avesse ucciso per tenersi i soldi delle vittime, ma la saponificatrice disse di averlo fatto come tributo di sangue.
Secondo lei infatti le sarebbe apparsa in sogno la madre morta che le avrebbe detto che se non avesse versato in suo onore sangue innocente, si sarebbe presa le vite dei suoi figli.
Venne ritenuta colpevole e condannata a 3 anni in un manicomio e 30 anni di carcere. In realtà entrerà nel manicomio e vi resterà fino al 1970, la data della sua morte.
Quando gli investigatori le chiesero dove fossero i corpi delle vittime, Leonarda rispose:
Ebbene me le ho mangiate le mie amiche, se vuole essere mangiato anche lei, son pronta a divorarlo […], le scomparse me le avevo mangiate una in arrosto, una a stufato, una bollita.