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Giorgio Orsolano – la Iena di San Giorgio

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Giorgio Orsolano è soprannominato la Iena di San Giorgio ed è stato un seria killer attivo nel XIX secolo. Nonostante abbia cominciato a uccidere nel 1833, non è considerato il primo serial killer italiano. Questo è un primato che spetta ad Antonio Boggia, nonostante abbia cominciato ad uccidere 16 anni dopo, nel 1849.

Giorgio Orsolano

Giorgio nasce nel 1803 a San Giorgio Canavese, vicino ad Ivrea. Non sappiamo molto della sua infanzia, ma sappiamo che dopo la morte del padre viene mandato da uno zio prete per essere educato.

Putroppo però Giorno non ne vuole sapere e lo zio lo rispedisce dalla madre. Una volta a casa non vuole né studiare né lavorare e a 20 anni compie i primi crimini. Prima ruba in una chiesa, poi cerca di violentare una sedicenne e la sequestra.

La giovane, Teresa Pignocco, rimarrà prigioniera in casa di Giorgio per 6 giorni. 

A causa del furto e del tentativo di stupro, il giovane viene condannato a 8 anni di carcere. Quando viene liberato si sposa con una vedova da cui avrà una figlia e apre un negozio di salsicciaio.

Il primo omicidio avviene il 14 febbraio 1833 quando stupra e uccide una bambina di 10 anni, Caterina Scavarda. Poi getta i suoi resti nelle campagne circostanti.

Il 24 giugno 1834 uccide Caterina Gigovre, di 9 anni: la decapita e ne getta i resti in un fiume.

Quando le ricerche iniziate per le due bambine non danno frutti, i casi vengono archiviati come attacchi di lupi, abbastanza frequenti a quell’epoca.

Il 3 marzo 1835 convince la quattordicenne Francesca Tonso a seguirlo a casa sua, dove la uccide e la fa a pezzi.

La cattura di Giorgio Orsolano

In seguito alla scomparsa di Francesca, la zia fa denuncia alla polizia e fa la descrizione dell’uomo che ha visto con lei prima della sparizione.

La descrizione corrisponde a Giorgioe la polizia si presenta a casa sua, tuttavia l’uomo caccia i poliziotti in malo modo.

Dopo ulteriori controlli, la polizia scopre i precedenti di Giorgio e torna a casa sua per perquisirla. Lì, verranno ritrovati gli zoccoli di Francesca e delle macchie di sangue. 

Il killer viene portato al castello di Ivrea prima che la folla riesca a linciarlo, ma nega di avere mai ucciso qualcuno. La polizia però lo convince che, se confessa, gli sarà riconosciuta l’infermità mentale.

Dopo la confessione di Giorgio, la sentenza non tarda ad arrivare: condanna a morte. 

Giorgio Orsolano viene giustiziato tramite impiccagione il 17 marzo 1835, solo 2 settimane dopo il suo ultimo omicidio.

Un calco della sua testa è tuttora presente al Museo di Anatomia Romana Luigi Rolando di Torino.

La Iena di San Giorgio

La vicenda scosse parecchio l’opinione pubblica e cominciarono a girare delle leggende. Secondo alcune versioni, Giorgio Orsolano avrebbe usato i corpi delle bambine uccise per preparare le salsicce da vendere nel suo negozio.

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