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Il baule maledetto di Jacob Cooley

2005
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Ci sono tante storie di oggetti maledetti, ma una che fa venire i brividi è quella del baule maledetto di Jacob Cooley.

In realtà si tratta di una cassettiera, e l’errore è probabilmente di traduzione. In inglese baule si dice “chest” mentre cassettiera si dice “chest of drawer”. Probabilmente in qualche racconto è stata abbreviata a chest ed è stata tradotta come baule. Ma procediamo al racconto.

Il baule maledetto di Jacob Cooley

Durante gli anni della schiavitù, nel Sud degli Stati Uniti, gli schiavi non lavoravano solo nei campi. Erano usati anche come servi in casa o come artigiani a seconda di quello che sapevano fare.

Il proprietario di una piantagione nel Kentucky, il feroce Jacob Cooley, aveva uno schiavo bravissimo nella fabbricazione di mobili e gli ordinò di costruire una cassettiera per il figlio che sarebbe nato a breve.

Lo schiavo, di nome Hosea, si mise subito al lavoro e in pochi giorni terminò il mobile che a detta di tutti era bellissimo.

La cassettiera piaceva a tutti tranne, purtroppo, a Jacob Cooley che decise di picchiare a sangue Hosea per avergli costruito un mobile non degno di suo figlio.

Hosea morì due giorni dopo a causa delle ferite.

La maledizione

I suoi compagni schiavi erano pieni di rabbia, ma nessuno poteva fare niente al riguardo.

Un amico di Hosea però, nella sua terra d’origine, era uno stregone sciamano e decise di lanciare una maledizione sulla cassettiera.

Ne cosparse l’interno col sangue essiccato di un gufo e poi lanciò una maledizione su Cooley e sulla sua progenie.

Nonostante avesse fatto picchiare Hosea perché riteneva che il mobile fosse brutto, Cooley decise comunque di metterlo nella camera del bimbo, dando inizio alla maledizione.

Il primo a morire non fu Cooley ma il suo bambino che morì pochi giorni dopo la nascita. E questo fu solo l’inizio.

Toccò poi al secondo figlio di Cooley, morto assassinato dal suo servo in giovane età. La cassettiera passò quindi al terzo figlio di Cooley, John, ma sua moglie Ellie lo mise in una soffitta senza usarlo.

Un giorno decise di regalarlo a sua cognata Melinda, la figlia più piccola di Jacob Cooley, quando questa decise di sposarsi.

Melinda ebbe molti figli ma fu abbandonata dal marito e in seguito morì di stenti e crepacuore.

La maledizione passa di generazione

Poco tempo dopo la famiglia Cooley seppe della morte del marito di Melinda, ucciso da una nave mentre attraccava. Ellie e John decisero dunque di adottare uno degli orfani di Melinda, una bimba chiamata Evelyn che andò a vivere con loro.

Quando si sposò, Ellie le donò la cassettiera come regalo di nozze. Evelyn, sapendo cosa vuol dire essere orfana, decise con il marito di adottare un’orfana di nome Arabella. Anche lei crebbe e decise di sposarsi.

Dopo la cerimonia Evelyn mise l’abito nella cassettiera e pochi giorni dopo suo marito e il loro unico figlio morirono a poche settimane di distanza.

Un’altra donna rimase vittima di questo mobile, la nuora di Evelyn che, dopo averlo usato per riporre dei vestiti, morì a breve.

Una zia della famiglia fece una sciarpa e dei guanti a maglia come regalo di Natale per suo nipote. Chiese a Evelyn il permesso di metterli nella cassettiera e lo ottenne, e poco tempo dopo il nipote cadde da un ponte e morì.

Uno dei figli di Evelyn rimase storpio dopo uno strano incidente ed Evelyn, non potendo più sopportare tanto dolore, si uccise.

La cassettiera venne infine ereditata nel XX secolo da Virginia Cary Hudson, una nipote di Evelyn. Virginia era scettica riguardo alle dicerie che correvano su quel mobile ma dovette ricredersi.

Il suo figlioletto morì dopo che la sua tutina venne messa nella cassettiera.

Questo ed altri incidenti violenti convinsero la nuova proprietaria che il mobile era effettivamente maledetto e si rivolse ad Annie, una sciamana e vecchia amica di famiglia.

La fine della maledizione

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Annie dopo aver sentito la storia della cassettiera disse che la maledizione poteva essere tolta solo a 3 condizioni:

  • che venisse regalato a Virginia un gufo impagliato
  • bisognava bollire una pentola piena di foglie di salice dall’alba al tramonto con accanto il gufo
  • l’acqua bollita avrebbe dovuto essere versata in un contenitore e il contenitore seppellito sotto ad un cespuglio fiorito, con il manico rivolto verso est.

Eseguirono tutti i passi e Annie disse a Virginia che se una delle due fosse morta, sarebbe stata l’ultima vittima della maledizione.

In effetti Annie morì quello stesso anno e fu l’ultima vittima della maledizione.

La cassettiera è stata donata al Kentucky History Museum nel 1978 dove è tuttora conservata.

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